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sabato 5 dicembre 2015

Il terrore siamo noi

Si trasecola leggendo il decalogo del governo francese contro il terrorismo. Possibile? Ma è vero, i consigli assurdi ai cittadini ci sono. E non sono un caso: sono uno dei tanti assurdi della lotta all’Is. Tanto più se provengono da qualche studio di consulenza: la sicurezza come business.
A San Bernardino l’Fbi si conferma del tutto incapace contro il terrorismo. Come i servizi d’informazione francesi, ormai per troppe sviste, da tre o quattro anni a questa parte – per non dire dei belgi. Due paesi dove non si trama nell’ombra ma su facebook e per telefonino. Tra vicini – a San Bernardino – che si giustificano: “Non abbiamo denunciato i terroristi per non sembrare razzisti”.
In Siria tutti bombardano, ma l’Is prospera senza perdite. Le autocolonne di petrolio dell’Is si fotografano ma viaggiano indisturbate. La Turchia invade il Nord dell’Irak con la scusa dell’Is, ma  per disarmare i curdi iracheni – che forse aiutano i curdi turchi, ma di sicuro sono l’unica forza affidabile contro l’Is.
Poi c’è l’America, col buonista Obama. Che – sempre alla ricerca del padre, “I sogni di mio padre”, il suo libro di “prima”? – fatica a riconoscere un atto di terrorismo come quello ferocissimo di San Bernardino. “Sembra che si tratti di terrorismo”, ha detto al terzo giorno, “ma potrebbe essere una vendetta”. Lo stesso che un paio d’anni fa, sempre a proposito dell’Is, aveva detto. “Aspetto che il Pentagono mi fornisca un piano d’azione”. Che in America è sacrilegio: il piano d’azione militare è politico. 

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