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mercoledì 28 dicembre 2016

La Bundesbank di governo e di lotta

Il Monte dei Paschi di Siena è uno scandalo senza fine per responsabilità italiane. Ma cosa c’entra la Bundesbank? Perché la Bundesbank interviene, a ogni snodo, per rendere più difficile la soluzione o impedirla? Può darsi che Soros e il fondo sovrano del Qatar avessero deciso da tempo di non investire in Mps, ma Weidmann con i suoi ukase glielo avrebbe comunque impedito.
Non c’è punto critico della vicenda Mps in cui il presidente della Bundesbank Weidmann non sia intervenuto polemico. Una novità assoluta per un banchiere centrale, polemizzare su banche e credito. Tanto più per uno senza pedigree come Weidmann e quindi senza autorità morale – non è stato banchiere, non è un  economista, non è nemmeno dottore, che in Germania fa la differenza, è solo un giovanotto della segreteria di Angela Merkel che aveva un diploma in economia. È Weidmann che ha imposto la “non soluzione” del problema greco. Vuole fare lo stesso anche con l’Italia?
In Italia il giovanotto sarebbe stato un Pulcinella. Tra il 2008 e il 2103 ha speso 239 miliardi, dati Eurostat, per salvare le sua banche. A maggio 2013 l’ultimo salvataggio, la banca di Amburgo Hsh Nordbank. A luglio impone alla Bce una direttiva che vieta i salvataggi bancari. Furbo, no.
Ma Weidmann non è nessuno. Tanto più per non essere, di suo, che poco o niente. Non è un tifoso da curva, e non è uno stupido: Weidmann è la cancelliera Merkel e il governo di Berlino. Con un’attenzione e una presa fortissima sulla stampa italiana, tra i corrispondenti e i commentatori. Quello che non si capisce, di tanta aggressività, è lo scopo. A meno che non sia un – miserabile – vantaggio comparato sull’Italia.

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