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giovedì 16 marzo 2017

Appalti, abusi, fisco (100)

Sono anni, almeno due, che le compagnie telefoniche fanno pagare i canoni ogni 28 giorni invece che mensilmente, con un pagamento in più l’anno. Che cambiano arbitrariamente tariffa. Che fanno pagare, surrettiziamente, ciò che era normalmente gratuito. Ma l’Autorità garante delle Telecomunicazioni se ne accorge solo adesso. A nessun effetto peraltro.

Per la verità, una parte almeno dei rincari surrettizi (gli “slittamenti” contrattuali) l’Agcom aveva provveduto con decreto a regolarli. Ma il Tar del Lazio provvido aveva provveduto a sospendere il provvedimento. È un gioco dei furbi, questo Stato penelopesco?
Ma tutti questi, giudici e dirigenti delle Autorità di controllo del mercato, li paghiamo noi oppure le compagnie?

Si è diffusa da qualche tempo a Roma – effetto Raggi? - la multa stradale dei vigili urbani non corredata dell’ammontare dell’esazione e della modulistica per il pagamento immediato. Per far pagare le spese di notifica, salatissime, ad arbitrio del Comune, in appalto a ditta di Rimini.

Dopo l’inflazione, spazzata via arditamente quindici anni fa al momento dell’entrata in funzione dell’euro, quando tutti i prezzi semplicemente raddoppiarono, Eurostat elimina da qualche tempo anche la disoccupazione. La metodologia dell’ufficio statistico europeo, imposta agli uffici nazionali come l’Istat, considera occupato chi ha svolto solo un’ora di lavoro nella settimana della rilevazione - “almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività (con o senza contratto)”.

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