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domenica 16 aprile 2017

L’amore, anche a letto, è sacrificio di sé

Nel romanzo di ambiente isolano, che la scrittrice sarda Milena Agus ha pubblicato nel 2006, traslato in Provenza, Garcia innesta una storia di amour fou. La follia della donna sola e ribelle del romanzo viene avvolta in una storia di amore isterico, dal quale ricaverà un figlio, che si costruisce nel sanatorio dove è ricoverata per una calcolosi. Un amore di cui vivrà per molti lunghi anni, venti o poco meno: non disfa la valigia uscendo dal sanatorio, aspettando un cenno per ricongiungersi con l’amato, e gli scrive appassionate lettere. Interviene poi risolutore un meccanismo di sliding doors, e sapremo che in realtà la notte d’amore furibondo, dopo tanti anni di frigidità, che la fa sognare l’ha avuta col marito.
Il marito è d’occasione: un manovale trovato dalla madre non amata, muto più che ciarliero, col quale la folle d’amore ha stipulato un matrimonio in bianco. Sarà lui a liberarla dalla follia, rivelandosi  saggio e innamorato – “volevo che tu vivessi”.
Una storia non facile. Cui tuttavia gli attori, specie le parti femminili, Marion Cotillard in testa, danno scorrevolezza.
In tempo di femminicidi, una storia diversa. Diversa da quella di Agus anche per un non velato antifemminismo – o di un femminismo della diversità, non omofobo.
Nicole Garcia, Mal di pietre

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