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sabato 22 aprile 2017

Ombre - 363

La cosa più triste dell’attentato agli Champs-Elysées è, dopo l’attentato, la pronuncia.  Fra Rai, Mediaset, Sky non si trova praticamente giornalista che li dica giusti.

Sky Tg ha quattro vetrine per le notizie del giorno. Ma nessuna ha aperto per Gentiloni alla Casa Bianca – come ce l’aveva per Angela Trump. Il giornalismo del provincialismo.
Una visita dove pure si è decisa una mossa che potrebbe essere risolutiva per pacificare la Libia.

Questo sito ha denunciato l’introduzione di una tassa di 180 euro l’anno per la luce nelle case non di residenza, a favore delle compagnie di settore:
Silenzio dell’Autorità per l’Energia, che la nuova tassa ha deciso.
Protesta un lettore del “Corriere della sera”, ma nella rubrica delle lettere. Un pizzo di 180 euro alle società elettriche non è una notizia.

“la Repubblica” dibatte per due ampie pagine, con numerosi volenterosi, compresi quelli che non lo hanno letto, se lo scrittore Walter Siti sia un cinico, un opportunista, un pornografo, uno scandalista, un profittatore, un pedofilo, e altre cose del genere. Ma come un omaggio. Che Siti si prende: “Ah sì, don Milani non era un pedofilo? Mi scuso”.
Siti è simpatico, ma lo dice lui stesso che ha perso al memoria.

Siti licenzia il suo romanzo sacerdotale confessando di avere costruito il personaggio “dall’esterno”, non avendo “il dono della fede”. Non è il solo, anzi oggi è una vague, quella del laico che si pasce di religione, vedi il papa con Scalfari. Una misericordia, o compassione, originale
La compassione al Jockey Club? È un altro modo, in effetti, di essere gesuiti. Anche da laici. Ma non è la vecchia buona borghesia?

Telecronaca peana al Barcellona in Barcellona-Juventus. Un po’ per il complesso dell’Italietta, anche con la Spagna – le pagelle sono quasi migliori per il Barcellona, che ha perso. Ma di più evidentemente – Berlusconi bada ai conti - perché gli 11 milioni di Canale 5 erano per due terzi, diciamo tre quinti, anti-juventini: tifosi di Roma, Inter, Milan, Napoli, Fiorentina che gufavano. Non c’è altro paese in Europa con odi campanilistici così acuti.

Peana anche di inviati e corrispondenti al pubblico del Camp Nou, i tifosi del Barcellona: sportivi, fantastici, eccetera. Che invece per tutta la gara hanno cantato “Italia es una mafia”. In castigliano e non in catalano perché si capisse meglio. E alla fine hanno applaudito sportivamente i loro, non i vincitori.

“I gabbiani hanno fatto fuori le rondini e le colombe, ora attaccano i topi”: “Il Messaggero” li mostra all’opera a Villa Pamphili a Roma. Avere i gabbiani per scacciare le rondini?

Questo Marroni della Consip sarebbe un coglione? Uno che, andato giulivo per dichiarazioni spontanee, s’è fatto intrappolare da inquirenti napoletani: volevano che dicesse male di babbo Renzi e lui l’ha detto. Ma alla Consip non ce l’ha messo Renzi? Un ingegnere il cui unico titolo è di essere di Castelnuovo Berardenga, “nel Chianti senese”, come specifica il curriculum.

Renzi alla maratonina di Prato, per lanciare a destra e manca ai favoriti una qualche battuta che giustifichi il Tg 1. Sembrava impossibile, ma è quasi peggio delle sue allocuzioni in inglese. Possibile cioè che sia così mediocre? E il Tg 1, non h altro da fare?

Lavora spregiudicato l’abitro Kassai per far vincere gli spagnoli contro i tedeschi. Altrettanto freddo che Trump con Angela Merkel. Un ungherese. Una signora. Non c’è che l’Italia che tema la Germania.

Però, questo Kassai è il pupillo di Collina, il designatore degli arbitri Uefa, l’arbitro più chiacchierato di tutti i tempi – si sponsorizzava con Opel, che sponsorizzava il Milan, e ora lavora per le Federazione arbitri dell’Ucraina. Tutto regolare.

Si penserebbe che tutto divida la chiesa e il Vaticano da Grillo: l’Europa, gli immigrati, l’aborto, l’eutanasia, le vaccinazioni…. E invece lo inseguono – smentiscono ma lo coccolano. Per opportunismo. Per conformismo – questa chiesa è proprio “relativistica”, direbbe il papa emerito Benedetto.

Di mezzo magari, nel rapprochement Vaticano-Grillo, ci sono solo le licenze per le trasformazioni dei conventi disabitati in alberghi a Roma. Solo, cioè quanto basta alla chiesa?

Non c’era dubbio, vedendo “Report”,  e di più rivedendolo in streaming, che puntava sull’allarmismo vaccini. Però il direttore lo nega: ho invitato questo e quello, non sono voluti venire, ho chiesto pareri, non me li hanno dati…. Mentre la trasmissione è fatta sul ritmo, i toni di voce, i tagli delle immagini. Anche con procedure volgari – il “bersaglio” viene sempre sfigurato. Si direbbe che Ranucci faccia televisione senza saperlo.

Poi magari si scoprirà che Ranucci è un furbo. È stato messo lì dal Pd. Ma si copre col vincitore atteso, Beppe Grillo, nemico dei vaccini.
Magari Ranucci è un Pd “popolare”, un pio cattolico, e si allinea con i vescovi.
Il problema dell’Italia è tutto qui, che è ferma al 1948: opportunista.

Commoventi le corrispondenze da Istanbul di Rai 1 e Sky, con corredo dell’inviato del “Fatto”, a caldo sul referendum-plebiscito di Erdogan. Come se il voto fosse stato libero, prima ancora che lo spoglio e il conteggio, con le piazze proibite, i giornalisti carcerati, i giudici licenziati. Stupidità non è.

La Rai non sa ancora ki-ka-tzé quest Trump. E ha a New York ben due corrispondenti o  inviate. Perché sono donne? Perché è la Rai? Siamo in guerra con l’America? Ancora, dopo 28 anni da quando ci siamo arresi?

Gentiloni subito twitta: “Tutti orgogliosi della Ferrari”. Un’altra cultura, in effetti, da quella di Trump. Ma ha vinto la Ferrari oppure Vettel?

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