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domenica 23 aprile 2017

La filosofia è femmina

Una serie di notizie puntute, dove si parla di chi e come. Rapida. Le donne filosofe censite Ménage divide per dieci scuole, platonica, pitagorica, stoica, eccetera, più una di battitrici libere. Alcune figure sono anche, seppure in breve, raccontate. Aspasia, la “ragione” di Pericle, cortigiana e maestra di cortigiane. Giulia Domna, la siriana che si fa sposare dal figliastro Caracalla, il quale ha appena ucciso il di lei figlio – o il figlio è Caracalla? Ipazia - c’è più qui su Ipazia in sette pagine che nele monografie romanzate che ne hanno marcato il revival, col film di Alejandro Amenábar. Cerellia, la musa forse amante di Cicerone, che aveva a Roma una delle più grandi biblioteche private. Ipparchia: “una vera cinica”, che “non veva nessuna vergogna, e poteva farlo col marito in pubblico”. Temisto, corrispondente e forse madre di Epicuro. Le pitagoriche Teano e Timiscia.
Le pitagoriche Ménage fa la categoria più numerosa. Sull’autorità di Giamblico, che ne enumera quindici. Ma lui ne conosce altre, da altre fonti, una trentina in tutto. Un fatto straodinario, esordisce Ménage nel capitolo apposito, che ha riservato per ultimo: “Quando si sa che la maggior parte delle donne sono chiacchierone e incapaci di conservare un segreto, si può trovare strano che ci siano tante donne pitagoriche, dato che i pitagorici dovevano conservare il silenzio per cinque anni, ed erano depositari di segreti che gli era proibito rivelare”. La risposta non ce l’ha, ma arguisce che “gli uomini davano volentieri figlie e mogli da istruire” alle scuole pitagoriche…
Un libro volentieri dimenticato, specie con l’ondata femminista, che pure ne avrebbe dovuto fare tesoro. Perché rappresenta un dato di fatto, che non collima col rivendicazionismo, alla cui base c’è il vittimismo. Dedicato a madame d’Acier, Anne Tanneguy-Lefebvre, traduttrice dal greco, dell’“Iliade” e dell’“Odissea” in particolare, e col marito André delle “Vite” di Plutarco, il best-seller dell’epoca, il secondo Seicento. Il repertorio è del 1690. Al tempo di Ménage i filosofi di Parigi avevano eletto a protettore una santa, Caterina d’Alessandria. E del resto, dice Ménage, “Ateneo rileva che la maggior parte delle cortigiane greche si applicavano allo sudio delle lettere e delle matematiche”.
E dunque una storia delle donne filosofe non ha ragione di farsi, è nei fatti: la filosofia è donna. Gilles Ménage ha voluto dettagliarla a uso salottiero, potendo spendere una conocenza minuta di ogni sorta di fonte disponibile, greca e latina (il suo repertorio è dell’antichità) - ma anche moderna, fino a Christine de Pisan e alla sua “Città delle donne”, e al repertorio dei santi di Baronio.
Un’opera compilativa, ma di enorme erudizione.. Ménage è storico e grammatico. “Fondatore” (ideatore) dei salotti di conversazione, conversazione intelletuale, del mercoledì, detti Mercuriali. Precettore tra gli altri di Madame de Sévigné e di Madame de Lafayette, dunque padre putativo del romanzo contemporaneo, via “La principessa di Clèves”.
Gilles Ménage, Storia delle donne filosofe, Ombre Corte, pp. 103 € 9

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