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domenica 11 giugno 2017

Quando l'Italia fu jugulata col bail-in

Formidabile atto d’accusa di Visco nei confronti della Germania e di Bruxelles. E del governo Letta, di cui Fabrizio Saccomanni, ex della Banca d’Italia, era ministro del Tesoro.
Nell’intervista oggi con Federico Fubini sul “Corriere della sera” – che non sembra aver afferrato la gravità dell’accusa – Visco conferma e insiste che fu la Germania a volere l’anticipo del bail-in, della responsabilità della gestione bancaria estesa agli obbligazionisti e ai correntisti; e che il governo italiano accettò l’anticipo, all’Ecofin di dicembre 2013, malgrado la contrarietà ribadita della Banca d’Italia, in cambio di qualcosa che non sappiamo.
Nell’agosto dello stesso anno, 2013, la Commissione di Bruxelles aveva emanato una Banking Communication, in cui prospettava il burden sharing. Che Visco così spiega: “Prima degli aiuti pubblici bisogna che paghino non solo gli azionisti (e nei nostri interventi avevano sempre pagato), o gli amministratori (e noi li abbiamo mandati via), ma anche i creditori subordinati”, gli obbligazionisti. La Banca d’Italia obietta subito che non va: “Manifestammo le nostre perplessità chiaramente in quella sede ma non fummo ascoltati. Rendemmo poi pubblica la sostanza delle nostre riserve in un riquadro del rapporto sulla stabilità finanziaria del novembre di quell’anno”.

A dicembre la Germania chiede, e il governo italiano accetta, l’anticipo del bail-in, la cui entrata in funzione era stata fissata per il 2018, al 2016. “A marzo”, continua Visco, “abbiamo mandato alla Commissione Ue, che lo ha diffuso a tutti i Paesi, un testo nel quale comunicavamo il nostro punto di vista”. Ma senza esito. La Banca d’Italia chiedeva di “evitare l’applicazione retroattiva delle nuove norme ai titoli subordinati venduti in passato”, e prospettava necessaria “gradualità nell’introdurre le norme, che poi sarebbero state estese per giungere al bail-in”. Conclude Visco: “Abbiamo sempre sostenuto il bail-in per via contrattuale e sempre respinto il bail-in per via legale e applicato in modo retroattivo”. Ma, specifica, la Banca d’Italia non partecipa alle decisioni dei governi.

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