Cerca nel blog

lunedì 3 luglio 2017

Diritto d'asilo al 4 per cento

Si pubblicano alla macchia le ricerche e riflessioni di questa terzomondista esperta di storia e istituzioni africane, che professa all’università di Torino,  come se fossero velleitarie o disdicevoli. Mentre sono un richiamo ai fatti: si segnalano soprattutto per questo in mezzo alla troppa superficialità. Specie ora che i suoi calcoli, del 2015, della precedente pubblicazione, basati sui dati dell’accoglienza italiana, che davano i richiedenti asilo sul 4 per cento della massa degli immigrati, sono anche quelli di Frontex, l’organizzazione europea di controllo nel Mediterraneo, e della presidenza e del governo francesi.
Emigrano i borgjhesi, dice ancora degli africani la studiosa, benestanti o anche solo piccolo borghesi: comunque chi in Africa ha accesso alle comunicazioni. L’immigrazione di massa è nei paesi africani di provenienza un fatto di comunicazione: lo slogan “andate in Italia, tutto è dovuto”, è vero, è diffuso e utilizzato dai mediatori, qualcuno anche con ufficio su strada. Più discutibile è l’assunto che emigra chi ha la le riorse, il migliaio di dollari, o le decine di migliaia, necessari per fare il viaggio via terra fino in Libia, e poi per il passaggio in mare. Qui una realtà frastagliata va tenuta in conto.
Ci sono anzitutto i ricongiungimenti familiari, che l’Europa, totalmente indigente, misconosce e ostacola: da qui il gran numero di minori e di donne. Un fatto di grande impatto, che purtroppo si riduce al colore, alle “statistiche” a effetto, che 12 mila o 15 mila minori non accompagnati sono sbarcati, sottintendendo che c’è un traffico di organi o di pedofilia. C’è la massa lavoro adescata o assoldata per le schiere dellle vendite ambulanti in Europa. C’è certamente quella dei mendicanti: visibile a Roma, fatta di migliaia di giovani che non cercano un’occupazione né si industriano di crearsela, ma presidiano ogni bar, edicola, chiesa, mercatino rionale, marciapiedi, tutti muniti di cellulare, ogni giorno diversi, con turni di mattino e di pomeriggio, senza mai una lite per il posto. C’è la prostituzione: il “New Yorker” l’ha documentata dalla Nigeria per l’Italia., con tanto di uffici di collocament9o e pubblicità adescatrice. C’è lo spaccio, un mercato gigantesco e ramificato benché “invisibile”, poiché non se ne aprla, e anche uno dei più ricchi in Italia. Ci sono organizzazioni per questo, mercanti di immigrati.
Anna Bono, Migranti? Migranti? Migranti?, Edizioni Segno, pp. 148 € 12


Nessun commento: