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mercoledì 1 novembre 2017

Giallo è il compito in classe

“Il nostro interese va al margine pericoloso delle cose,
Il ladro onesto, il tenero omicida,
L’ateo superstizioso” (Robert Browning).
Con questa citazione la baronessa inglese del giallo, morta tre anni fa, apre il suo testamento, un trattatello del giallo inglese. Con poco altro: Ross Mc Donald (tacendone peraltro la moglie Margaret Millar, la maggiore autrice di mistery) e un tributo allo hardbolied americano. Ma con pareri sconvenienti.  
Un giallo del giallo, volendo: che cos’è il giallo? Il mistero è diffuso nei romanzi. L’autrice torna spesso su Trollope, e su Wilkie Collins, che non si voleva scrittore di mistery. Su Dickens naturalmente. E, sorpresa, a lungo su Jane Austen. E allora, Dostoevskij? E Flaubert, perché no. Perfino Henry James ci può stare, la coperta è elastica. Ma non senza ragioni. Sottili, anche se in realtà bisognava solo pensarci: il procedimento è quello del compito in classe, il probllerma e la sua soluzione-  che in matematica è una, nel racconto multipla.
C’è anche un po’ di storia. A partire da “Caleb Williams”, 1797. Con le “Quattro soluzioni” di Poe. Le prime donne detective. E prima ancora le donne gialliste. In parallelo con la loro ritardata entrata nelle università – Dorothy Sayers - ma con impronta subito cospicua sul mercato: Agatha Cristie, Ngaio Marsh, Margery Allingham.
P.D.James, A proposito del giallo, Oscar, pp. 169 € 11

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