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lunedì 22 aprile 2019

Il Russiagate è americano – cronache dell’altro mondo (33)


Il Russiagate ha messo in difficoltà i russi, quelli emigrati negli Usa. Masha Gessen, una russa emigrata che scrive ogni giorno contro Trump e contro Putin, si dice stranita sul “New Yorker”, il giornale molto anti-Trump, di cui è colonna: “Sono stati due strani anni e mezzo”, dall’inizio del Russiagate: “Molti di noi che scriviamo della Russia professionalmente, o che siamo russi, abbiamo faticato a inquadrare quello che sappiamo con la narrativa del caso. In questa narrativa, la Russia ha messo in opera un’operazione sofisticata e audace di sovversione delle elezioni americane, per installare un presidente di sua scelta – ha riuscito un golpe. Lo si dica all’americano medio liberal, si avrà un cenno di consenso. Lo si dica al russo medio liberal, si otterrà una fragorosa risata. I russi sanno che il loro Stato non ha la competenza per montare un sabotaggio sofisticato, che il Cremlino fu più sorpreso dall’elezione di Trump dello stesso candidato, e che le relazioni russo americane sono al loro punto peggiore dal culmine della guerra fredda”.

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