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martedì 17 dicembre 2019

L’aeroporto di Berlino tra errori, corruzione e ritardi – dieci anni

È in ritardo già di otto anni, è costato fino ad ora tre volte il preventivo, e potrebbe non entrare in funzione nemmeno nel 2020. Non è il Mose di Venezia ma l’aeroporto di Berlino, “Berlino Brandeburgo”, o “Willy Brandt”. Perché, ultima tegola, è abusivo: la costruzione è stata avviata senza le autorizzazioni di legge, in zona depressa non adatta, anche se costituisce l’ampliamento del preesistente aeroporto di Schöneberg, una struttura minuscola al confronto - dovrebbe diventare uno dei cinque terminal della nuova struttura..
Il nuovo aeroporto è in sostituzione dei tre della guerra fredda, Tegel e Tempelhof (già chiuso una dozzina d’anni fa) a Ovest e Schönefeld a Est. Doveva entrare in funzione,  secondo i piani originari nel 2007. Scadenza poi aggiornata a seguito delle vicissitudini del concorso per la progettazione, di quattro anni, a ottobre 2011. Poi a metà 2012: le compagnie ci credettero, riprogrammarono le rotte e vendettero i biglietti, il ritardo ha avviato una serie interminabile di cause per danni. Poi a ottobre 2013. Altre scadenze, annunciate e disattese, furono il 2015 e il 2017 – gli annunci di apertura successivi al primo sono undici: l’ultmo è ottobre 2020, ma si sa che l’aeroporto non sarà pronto a quella data, e nemmeno nel 2022.
Il costo è salito dai 2,2 miliardi del progetto iniziale e 7,3 miliardi. Ma si sa già che non sarà inferiore ai 10 miliardi.
I ritardi sono stati addebitati a errori di progettazione. E a calcoli errati di costo. Il progetto subì rinvii già prima dell’avvio della costruzione. Il concorso internazionale per la progettazione ha subito rinvii e annullamenti: l’appalto fu assegnato una prima volta nel 1998, poi nel 2003, e infine nel 2005.
Ora si scopre che tutta la costruzione è abusiva. Ci sarà un condono. Ma andranno rivisti molti parametri.

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