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giovedì 19 maggio 2022

L’ingiusta giustizia

Un tranquillo fotografo è stato condannato a trent’anni per l’omicidio della moglie, di cui non è colpevole. In carcere studia e si laurea in legge. Dopodiché viene fatto liberare da uno studio legale importante, col quale poi collaborerà. In una serie di indagini sbagliate e da lui risolte, una per ognuno dei sei episodi della serie, di carcerazioni e condanne sbagliate. Nonché per la sua vicenda personale, l’assassinio della moglie rimasto impunito, in realtà non indagato. Nella solitudine dell’ex carcerato, gravata nel caso dalla perdita dell’affetto della figlia. In assenza degli intrighi - e delle stupidaggini - delle Procure.
Una serie programmata in vista dei referendum sulla giustizia (anche gli avvocati, però, qui non sono angeli). Confortata da un 20 per cento di pubblico, ma di una serata evidentemente morta, poco più di tre milioni e mezzo di spettatori. Perché i referendum sono segnati, avendone il Pd e i 5 Stelle chiesto il boicottaggio - la coscienza opportunista della nazione: usare i referendum per farsi amici i giudici. La giustizia è al sommo dei timori e malumori italiani nei sondaggi, ma di fatto tutti “trovano la loro strada” – si accomodano.
Maurizio Zaccaro, Giustizia per tutti, Canale 5

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