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giovedì 19 maggio 2022

Ombre - 616

“La pace in 4 tappe. Sul tavolo dell’Onu il piano del governo italiano”. Non si sarebbe mai pensato, l’Italia che risolve la guerra. Non avendo letto “La rana e il bue”, la vecchia favola? Tutto tra Di Maio e Guterres. Cioè, tra chi e chi?

 

3.752 i civili morti in Ucraina dall’inizio del conflitto, secondo l’Onu. Che sono molti ma non tanti, per tre mesi di bombardamenti. L’Ucraina non è così distrutta come vediamo in tv? Non sono molti di più dei civili uccisi a Belgrado nei due mesi di bombardamenti Nato nel 1999 - al netto delle leucemie provocate dai proiettili a uranio impoverito. Sono molti di più i civili morti in Iraq per i bombardamenti e l’invasione della coalizione occidentale nel 2003: 100 mila (“The Lancet”) nei primi diciotto mesi.

 

“Simeone saltò fuori dalla doccia perché il Perugia aveva segnato”, così Luca Marchegiani ricorda lo scudetto della Lazio nel 2000: “Restò così, insaponato e fradicio per tutto il loro secondo tempo, per non spostare la condizione astrale e non irritare la scaramanzia”. O non Collina, l’arbitro del Milan?

 

La premier finlandese Marlin cerca a palazzo Chigi l’avallo alla domanda di adesione alla Nato, e una buona parola con Erdogan. Di Draghi che da detto Erdogan un dittatore?

 

“300 miliardi per liberarsi del gas russo”: Così poco, solo trecento miliardi? E pronti, sull’unghia, in questo caso Bruxelles non bada a spese? Vuole “pannelli solari su tuti i tetti entro il 2029”… Ma possono ridere i cosiddetti produttori di “energie alternative”: per loro la guerra è come il terremoto per Piscitelli, il costruttore che si fregava le mani per la distruzione dell’Aquila.

 

Si può fare notizia di un affare non concluso, ma nemmeno avviato? Sì, lo fa il “Financial Times”, bibbia delle Borse, che annuncia solenne il fallimento di una trattativa Unicredit-Commerzbank per una fusione mai avviata.


Il curioso è che le Borse non hanno creduto al “Ft” e hanno premiato Unicredit. O sì, gli hanno creduto e sono felici che Unicredit non si sobbarchi Commerzbank, pericolante da almeno un quarto di secolo (da quando Unicredit si attrezzò quale gruppo trans-border), proponendosi a Generali, Mediobanca, Intesa e, dieci anni fa, alla stesa Hypovereinsbanok del gruppo Unicredit, la seconda banca tedesca dopo Deutsche - nonché, ultimamente, alla stessa Deutsche Bank.

 

C’è più antipatico di Johnson, un fascistone, che ora privilegia l’immigrazione a Londra solo di “giovani di talento”? Con superlaurea da superuniversità. Da non credere, il difensore della libertà, guida del mondo libero.

 

“Moro non credeva al compromesso storico”: dopo Ettore Bernabei, anche Adriano Ossicini lo sapeva – così riporta Marco Follini nel suo memoir. L’uomo del santino con “l’Unità” in tasca - omaggio al partito che lo ha voluto morto?


Paolo Bertolucci, dell’Italia che vinceva la coppa Davis, ora tra i protagonisti della serie tv “Una squadra”, lancia la serie consigliando su “la Repubblica” il Massetto, il vino. Costo 2.000 euro, a bottiglia, bordolese, da tre quarti – c’è anche un’annata a 1.280 euro, a bottiglia, bordolese.

 

Ha bloccato il ricambio nel suo partito quando era giudizialmente proscritto dalla politica, e ora fa di tutto per suicidarlo, imponendosi quale Grande Capo a 85 o 86 anni, in salute precaria, e come sempre a caccia di “fidanzate”. Berlusconi viene accreditato di chiaroveggenza, oltre che di fiuto per gli affari, ma sembra solo quello che i suoi (ex) socialisti e (ex) democristiani hanno sempre sostenuto: ha occupato uno spazio vuoto. E questo è tutto dire dell’Italia post-Di Pietro.

 

Ci sarà nella storia, nei manuali di storia, un’Italia post-Di Pietro. Pensare: proprio niente, dell’Italia resterà il nome. L’Italia del giudice che ha restituito un “prestito” di cento milioni di lire da uno dei suoi carcerati in biglietti da diecimila, in una scatola da scarpe.

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