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mercoledì 18 maggio 2022

Pasolini corsaro all’adunata di Goebbels

“Pasolini aveva sofferto e patito il fascismo al suo parossismo in maniera definitiva e irreversibile”, affermava Moravia in una difesa dell’ultimo film di Pasolini, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (“Il censore si veste da corvo”, “L’Espresso”, 23 novembre 1975). No, al tempo del fascismo era fascista come tutti, e non a disagio. Partecipava ai “Littoriali” cultura, e li vinceva. Non andò in montagna dopo l’8 settembre, non si pose nemmeno il problema, nella pur copiosa corrispondenza e le numerose testimonianze di coetanei, amici, conoscenti. Benché il fratello minore Guido invece fosse convinto partigiano - e prima di morire assassinato a tradimento dai comunisti titini, era stato rapito e bastonato al paese dai fascisti: la violenza si praticava, a Casarsa e Versuta. Lui no, malgrado tutto visse l’occupazione tedesca spensierato, occupato in attività letterarie, senza mai un’ombra. Questo è il resoconto, pubblicato
In guerra fu fondatore del “Setaccio”, la rivista della Gil bolognese, gioventù italiana del littorio, e collaboratore di “Architrave”, il mensile della Guf, gioventù universitaria fascista, della federazione bolognese. Questo è il resoconto di un’adunata dei giovani europei a Weimar, a luglio del 1942. Pasolini, 20 anni, ne torma estasiato, e il 12 agosto ha già prodotto un resoconto entusiasta. Con una captatio benevolentiae di questo tenore, benché tra parentesi: “(A scusare la forse troppo porosa e fiduciosa ingenuità di questo discorso, dirò che è stato, più che scritto, gri­dato, mentre, appena tornato da Weimar a Firenze, non mi ero ancora del tutto sciolto da quell'aria eccezionale e memorabile, in cui, nel sentirmi maggiormente europeo, mi sentivo maggiormente, e quasi disperatamente, italiano.)”.
Sotto una citazione da Leopardi: “
Sotto una citazione da Leopardi: “... le illusioni quando sono nel loro punto fanno un popolo veramente civile (“Zibaldone”1106)”.
Sotto la testatina: “Pagine corsare”…..
Due mesi dopo – Goebbels organizzava a Weimar convegni culturali in serie – fu tenuto nella capitale di Goethe l’adunata degli scrittori europei, alla quale parteciparono Vittorini, Giaime Pintor e Falqui. Mentre Alvaro, Montale, Pastonchi, Bacchelli, Tecchi e altri si defilarono, si poteva.
Pier Paolo Pasolini, Cultura italiana e cultura europea a Weimar, “Architrave” 31 agosto 1942, free online

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