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sabato 21 maggio 2022

Stati Uniti superpotenza energetica

Dietro la guerra non dichiarata a protezione dell’Ucraina, gli Stati Uniti ne combattono una per la supremazia nel mercato mondiale dell’energia. Non da ora. Da tempo gli Stati Uniti hanno colmato il “buco” nell’autosufficienza energetica che aveva portato cinquant’anni fa – con l’entrata degli Stati Uniti quali grandi importatori nel mercato internazionale - alla prima crisi petrolifera, 1973. E all’avvio di una crescita abnorme dei costi di ricerca e produzione di idrocarburi in nuove aree: a grandi profondità, in mare, di olii pesanti (da scisti bituminosi).
Gli Stati Uniti sono oggi il maggior produttore mondiale sia di petrolio che di gas naturale. Nel 2020 hanno prodotto 713 milioni di tonnellate di petrolio, il 17,1 per cento della produzione mondiale, e 949 miliardi di metri cubi di gas naturale, il 23,5 per cento del totale mondiale. Seconda la Russia, con 524 milioni di tonnellate (12,6 per cento del totale mondiale), e 722 miliardi di mc (18 per cento). Ma con una posizione defilata sul mercato internazionale, esportando solo 77 miliardi di mc, il 7,6 per cento del totale del gas esportato. Prima la Russia, con 230 miliardi di mc, il 22,6 per cento.
Ma anche sul gas gli Stati Uniti puntano a un ruolo preminente nel mercato internazionale: sono tra i primi e più attivi candidati a sostituire le forniture russe all’Europa, dopo le sanzioni, seppure nella forma più costosa e complessa del gas naturale liquefatto, per i quali è difficile localizzare gli impianti di rigassificazione, per problemi di sicurezza e di protezione ambientale.

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