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mercoledì 14 novembre 2012

Dietro le tette rifatte, Obama

Ci sono le tette rifatte delle protagoniste, e c’è l’Fbi contro la Cia. Sono le due verità, per ora, dello scandalo dei generali negli Usa. Che potrebbero portare a un rovesciamento della politica filoislamica di Obama, se non dello stesso Obama. L’alto tradimento, dietro la mancata denuncia dei generali felloni Petraeus e Allen, c’è solo da meravigliarsi che non sia stato prospettato. Perché Obama sapeva, da tempo. È il terzo fatto della vicenda: il silenzio del presidente.
L’attacco è anzi, tramite l’Fbi, al Pentagono e non alla Cia. Questo lo spiega il luogo della farsa, Tampa in Florida. Il luogo del Central Command militare dove si sono decise e realizzate da una dozzina d’anni le missioni democratizzatrici del Medio Oriente.
Non scontate, ma nemmeno singolari, le manovratrici siliconate dello scandalo. Due civette furbe, a loro volta manovrabili. Una, la consolessa onoraria della Corea del Sud a Tampa, Fa., piena di debiti, lei e il marito. Con godimento loro evidentemente. Con accortezza tramite l’Fbi. Non molta, l’una ha condotto all’altra, e ai generali. Due rompicoglioni, di cui è difficile che un uomo, sia pure un generale, si potesse incapricciare. Che hanno stimolato una folta corrispondenza internet, e l’hanno conservata. Per darla all’Fbi. 
Impossibile sfuggire alla certezza che l’intera vicenda sia manipolata. Si parte dal sesso: oggi è d’obbligo (Strauss-Kahn, Berlusconi, l’israeliano Katsav), dopo il caso-pilota Clinton è materia di scuola. Mentre è stato normale per decenni un Fbi diretto da un gay intemperante. O Kennedy, che scopava compulsivo anche durante le cerimonie ufficiali, con donne non tutte consenzienti. Si prosegue con le assurdità: donne civetta, corrispondenze accese su computer controllatissimi, la tempistica dello scandalo. La storia vera è di ricatti tra l’Fbi e la Cia. E di colpe della Cia da coprire in Libia, con l’allontanamento di Petraeus.  

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