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lunedì 12 novembre 2012

Lo Stato è calabro-napoletano

Dei diciotto  “uomini chiave nei palazzi del potere”, che “Affari & Finanza” ha selezionato, “i mandarini che tengono in pugno l’economia”, tutti eccetto un paio sono meridionali. Napoletani la gran parte, Pasquale De Lise, Giancarlo Coraggio, Luigi Carbone, Luigi Fiorentino, Filippo Patroni Griffi, Marco Pinto, Mario Canzio. O di origini napoletane: Francesco Tomasone, Paolo Troiano. Gli altri sono calabresi: Catricalà, Calabrò, Giuseppe Lucibello, Giuseppe Chiné. O figli di calabresi: Vincenzo Fortunato. Più La Via, il direttore generale del Tesoro, nipote del filosofo siciliano di cui porta il nome. E Mario Torsello, di Taranto.
Se ne può arguire l’eccellenza del Meridione. O l’indigenza dello Stato. O forse soltanto la cultura del posto pubblico, di potere se non di soldi.

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