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domenica 12 gennaio 2014

Lo scandalo è delle intercettazioni

All’Aquila uno scandalo sicuramente c’è. In attesa di sapere se il sindaco, il vice-sindaco e i funzionari si sono approfittati del terremoto (lo sapremo mai?), è scandaloso che fossero intercettati da anni. Con mandato di dubbia datazione. Comunque senza un procedimento aperto. Con esiti assunti e pubblicati a scopi di piccola politica o di carriera.
C’è un mercato delle intercettazioni. Si sa ma non si dice. Che si fanno a strascico. “Vendendo” poi le parti sensibili a questo o quel pubblico ministero interessato, per schieramento politico, per disegni di carriera. Il Genchi con cui lavorava il N.H.De Magistris per costituirsi la carriera politica non era il solo. Molti apparati, probabilmente più istituzionali che privati, di questo o quell’ufficiale comandante della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, vi operano in continuazione.
L’ascolto della Juventus, culminato nello scandalo del 2006 a opera di due magistrati napoletani in carriera, resta emblematico, di intercettazioni avviate autonomamente dai Carabinieri. Ora i casi si moltiplicano, di intercettazione a tappeto e poi selezionate. Si sapeva di Berlusconi. Si conferma all’Aquila, dapprima contro la destra ora contro la sinistra politica. Si fa valere ora perché la giunta Cialente doveva cadere, o per motivi che non sappiamo, roba che risale a quattro e più anni fa.
Contro De Girolamo, altro esempio, si fanno valere intercettazioni che non sono state effettuate, seppure abusivamente, come si vuole, da un funzionario della Asl suo nemico. A questi, imputato per gravi reati, sono state “vendute” – ha accettato di assumersene la paternità - in cambio di sconti penali. Si fanno intercettazioni a tappeto e poi si sceverano, trascrivendole selettivamente e proponendole fuori contesto, per la carriera degli intercettatori, ufficiali e giudici. Solo l’uso strumentale di queste intercettazioni è attuale. 

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