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giovedì 16 gennaio 2014

Racconto inanimato di un feticcio

Come allungare il brodo. L’affabulatore principe arranca. Abbandonato da Alma Mahler, Kokoschka se ne fece costruire una di pezza, se la portò a letto, all’opera e ai ricevimenti, e poi la decapitò. Poteva essere una bella storia? Forse sì, ma non per Camilleri, Che solo lo alluzza l’idea del simulacro, da vecchio, colto teatrante, tra Eschilo, Stesicoro, Euripide, Pigmalione, e Tommaso Landolfi, “La moglie di Gogol’” – nove paginette su 130. Alma Mahler resta antipatica, una cacciatrice di geni – opima ma a caro prezzo: “Il mio corpo accoglie il tripudio degli uomini, la loro voglia balbettante che mi striscia attorno”, roba da ridurre all’impotenza un rinoceronte. Kokoschka un pazzo molto calcolato.
Sono libri di editore, è Eileen Romno che trova i soggetti e fornisce i materiali, per questi volumetti di “casi” sceneggiati. Con alcuni risultati eccellenti. Ma la formula non dev’essere nelle corde dei siciliani, di Camilleri come di Simonetta Agnello.
Andrea Camilleri, La creatura del desiderio, Skira, pp. 139 €14,50

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