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martedì 14 gennaio 2014

La lezione della Francia

Ci sono molte lezioni da evidenziare nella farsa francese, ma la maggiore è che la Francia non ha alcuna lezione da dare. Non è più maestra delle nazioni, sotto nessun aspetto. Per la mancanza di ridicolo e non solo: l’indigenza politica si somma a quella, impressionante ultimamente, della cultura e del pensiero. Sembra la Francia del ’38-39, anche se nessun Hitler la minaccia: arroccata su neppure lei stessa sa che cosa. Parte non minore dell’indigenza dell’Europa. In quale altro paese il presidente fa una conferenza stampa con le domande concordate? E per 49 minuti e mezzo dei cinquanta minuti della conferenza stampa parla di Dieudonné, un comico?
E quanti pregiudizi nella vicenda Hollande. Capo dello Stato è un uomo politico del tutto incapace – mobilitò, da solo, contro la Siria. Letteralmente costruito dalla moglie. Che per essere donna, benché capace,  non può diventare presidente della Repubblica – tutti attribuirono la sconfitta di Ségolène Royal nel 2007 contro l’inetto Sarkozy al fatto di essere donna. Due amiche della moglie, benché più giovani di vent’anni, si rubano questo mollaccione perché è presidenziabile e poi presidente. Due donne estremamente toste e dure. Sembra Maupassant e lo è, nel 2014. Con in più la pretesa che tutto questo è privato.
Non si parla invece di Cécile Sarkozy, la prima (o seconda) moglie. Che aveva lasciato il marito imbelle benché primo ministro, è tornata per le foto della campagna presidenziale, e quando lui è arrivato alla presidenza se ne è tornata dal suo amore. Tutto l’opposto delle “amiche della moglie” che si contendono il titolo di Première Dame, ma non fa testo.

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