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domenica 7 settembre 2014

Debutto lombardo della Commissione tedesca

Si può dire Cernobbio la vecchia Europa, quella dei commissari e le burocrazie, Tsipras compreso, come se non avessimo non votato a maggio. Ma c’è di più. Finora era Verona col Garda, ma Milano sta subentrando con Cernobbio: il piede della Germania in Italia. Con i suoi ascari.
Singolarmente, non c’erano tedeschi a villa d’Este, né ministri né commissari, nemmeno un politico - giusto un economista in gita. Forse non erano stati invitati. Ma bastavano Dijsselbloem e Katainen, che a Bruxelles stanno per conto di Berlino. Messi al loro posto, letteralmente, da Angela Merkel, ma senza complessi. Sorridenti, sicuri, il gaudente olandese e il freddo finlandese sono stati indisturbati signori della conferenza. Compiaciuti di sé, dispensatori di consigli, avvertenze, minacce. Sul “Sole 24 Ore” Katainen può affermare che i tagli della spesa sono compatibili con la recessione e la deflazione. Una castroneria. Non per nulla questo Katainen viene dopo Olli Rehn, uno non si sa se più incapace o più tedescofilo. Alla Germania nel 2007-2009, che accrebbe la spesa pubblica del 50 per cento, e si prese 6-700 miliardi di fondi Ue, Katainen non obiettò. Fu per questo forse eletto dal “Financial Times” miglior ministro delle Finanze dell’anno 2009. 

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