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venerdì 28 novembre 2014

Leso Manzoni

Lucia è una cocotte: bellezza di provincia, parla francese e non si nega a nessuno tranne che a Renzo. Renzo va in Cinquecento, don Rodrigo in Chrysler – profetico? La monaca di Monza, naturalmente lasciva, è soprattutto lesbica. Don Abbondio tresca con la Perpetua e converte i Bot in Prestito del Littorio.
Una parodia meglio riuscita delle tante, anche se irrelata all’autore e alla stessa storia originale e inutile. Ma una goliardata, e una storia da Guido da Verona sbrodolata, di caricature. Più sostenuta dei cabaret che se ne sono tratti, ma anche più lunga.
Questo Guido da Verona si segnala per il contorno politico, che ne fa, nolente, una vittima del fascismo. Pubblicato nel 1929, il romanzetto fu ritenuto un insulto a Manzoni e al fascismo. Fu sequestrato e inviato al macero. Ci furono assalti alle librerie e copie bruciate in strada. L’autore fu insultato e malmenato mentre a Milano passeggiava in Galleria con l’editore Dall’Oglio.
Guido da Verona, I promessi sposi, Barbera, remainders, pp. 286 € 5,95

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