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martedì 17 novembre 2015

Italia commissariata, dopo i giudici i militari

Dopo i giudici, i comici e i prefetti, un maresciallo della Guardia di Finanza. Mentre i Carabinieri scalpitano. Il commissariamento della politica imperversa senza soste: li mettiamo sotto inchiesta e poi ci sostituiamo, tutti ladri, gli altri.
I militari irrompono, anche loro, sotto il segno della sinistra – del nuovo – che viene da destra. Convergendo verso l’interesse personale, della carriera all’ombra della “società civile” e dei belli-e-buoni della Repubblica. Il maresciallo ci tiene a farlo sapere, a suo modo onesto – ingenuo non si può dire: “Ho votato An e poi Lega” – no, prima ha votato Msi. Ora vince con Grillo, il nuovo che avanza.
E non è tutto il nodo della dissoluzione, i giudici non mollano. Cambiano anche loro di segno. Il ruolo che era dell’andreottiano Borrelli a Milano, e del confuso comunista Caselli a Palermo, con tutti i suoi cattivi allievi, viene ora supplito da Pignatone a Roma, di una sinistra molto Dc.

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