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giovedì 28 settembre 2017

Maria madre di Rilke

È di Maria madre di Gesù che si tratta, o della mamma? Di tutte due. Sotto il velo mistico, d’obbligo.
Rilke mistico? Romano Guardini, qui citato da Mario Specchio, che ha curato e tradotto il poemetto, a fronte dell’originale, avanza dubbi: “Perché mai Rilke alla principessa von Thurn und Taxis scrive in un tono addirittura blasfemo di Cristo e il cristianesimo come di qualcosa di sorpassato non solo ma di spregevole, e si dichiara partigiano di un «quasi rabbioso anticristianesimo»; perché mai egli dichiara in una lettera a Witold Huléwicz «sì di allontganarsi in modo sempre più appassionato dal cristianesimo» quando invece nel suo linguaggio poetico attinge di continuo spunti da concetti e da persone cristiane?”.
La principessa Thurn und Taxis è la stessa che lo ospitava a Duino quando, mentre maturava le prime due elegie, di getto scrsse in pchi giorni questa “Vita di Maria”. Che non è la sola, un’altra ce n’è, un componimento di una dozzina d’anni anteriore che la raccolta propone, più varie poesie sparse, qui riporposte, sempre sulla madre del Cristo: la mariologia di Rilke, in linea forse col suo secondo nome, che nella varie modifiche ha semrpe mantenuto, è vasta, fin da giovanissimo e poi sempre. Già a Firenze nel 1898, quando aveva 23 anni, insieme col “Diario fiorentino” dedicato a Lou Salomé, la madre vicaria che lo aveva iniziato all’amore passionale, compone i “Canti dele fanciulle”, e poi le “Preghiere delle fanciulle a Maria” - Maria come una fanciulla in fiore. Seguirà l’anno dopo l’“Annunciazione”, che sarà incljusas nel “Libro delle immagini”.
Tredici anni e una vita dopo, dopo P arigi, Rodin, Cézanne, le “Poesia nuove” e il “Malte”, Kierkegaard e sant’Agostino, Venezia e i pittori veneziani, a Duino nel 1912, raccoglie, su iniziativa dell’amico illustratore Heinrich Vogele,r le vecchie composizioni di tema mariano, tre “fallimenti” del 1901, e le rimpolpa di questa “Vita di Maria”, in tredici movimenti, dalla nascita alla morte – che Specchio assortisce qui di una ulteriore composizione sull’“Ascesnione di Maria”.
Che dirne, fatta la tara dell’irreligiosità professata da Rilke? Maria è una figura mitica, “che ha perdurato anche quando il poeta ha tagliato i ponti con ogni forma di religione rivelata”, come dice Specchio? Può essere. Di certo è la figura materna, non abbastanza indagata, in Rilke. Della madre amante (sacrificale) e non divorante di Freud, e quindi amata. La madre è figura in Rilke centrale – inesplorata: da Lou Salomé alle nobildonne di cui si fa beniamino, e alla madre di Gesù. Specchio la propone come incarnazione della Besitzloseliebe, dell’amore senza possesso che Rilke meditava dal “Malte”. Ma c’era pure prima, e probabilmente è diverso – anche obliterando Lou dalla lista.
Maria è dappertutto in Rilke. La proposta di Vogeler lo lascia perplesso. Poi, in pochi giorni tra il 15 e il 20 gennaio 1912, scrive questa “Vita di Maria” Accanto alle prime due “Elegie”, “il,lavoro forse p iù grande e puro del mio cuore”, scriverà a Margot Sizzo, aveva girato anche “il piccolo mulino” della “Vita di Maria”. Una “creazione inconscia” la dirà in un’altra lettera, alla pianista Magda von Hattinberg.
È un ciclo che risente anche, figurativamente e coloristicamente, delle infatuazioni pittoriche croniche in Rilke. Di più della scoperta recente della pittura veneziana – Rilke è a Venezia ogni anno per una dozzina di anni, con tante poesie dedicate aklla città, sospesa “tra divenire e essere, divenire e trapassare”, i dogi, i canali, San Marco. La pittura segna tutto il ciclo mariano di Rilke.  A Toledo e poi a Ronda, dopo la scoperta di Goya, compone, insieme con le “Poesie alla notte” che completano le “Elegie Duinesi”, il poemetto “L’Ascensione di Maria”, che ne completa la “Vita”.
Una curiosità il lamento della Vergine come rimprovero al suo proprio figlio, un genere di canto popolare in uso nel teatro sacro nella Settimana Santa, l’“Affrontata”. Rilke lo riprende e lo fa seguire da una  “Pacificazione di Maria con il Risorto”. Una composizione, questa, che Rilke sempre amerà particolarmente, e non solo forse per la riuscita stilistica. Il resto è un quadro molto di testa, anche se nell’originale addolcito dale rimette: la materia si sente sorda, delle immagini, dei suoni, malgrado l’entusiasmo, la volontà della celebrazione.
Rainer Maria Rilke, Vita di Maria, Passigli, pp. 95 € 9,50

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