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sabato 2 dicembre 2017

Letture - 326

letterautore

Aneddoto - Il petit fait vrai di Stendhal, più che il personaggione centrale, Barthes dice che “fa sentire il reale” – il Barthes delle “Mitologie” quotidiane: il dettaglio che fa l’emozione.

Cortazàr – Dimenticato, ma aveva con “Rayuela” il racconto che si racconta da sé: ritagli di giornali, pezzi di diario, di note di servizio…., il collage.

Dante – La sua poesia come canto “entêtant” ha lo storico medievista Bouchardon, “Léonard et Machiavel”: avvincente, stordente.

Fu orientalista? Non poteva, quello che si sapeva ai suoi anni dell’Oriente lo sapevano, anche bene, diffusamente, i francescani, ma non circolava: non ne scrivevano, non lo hanno documentato. Qualcosa però sapeva, della mistica orientale, e in qualche modo del Budda. Prendendo lo spunto dal viaggio del papa in Birmania, per incontrare i monaci buddisti, Silvia Ronchey porta nuova luce (“Buddha, Dante e il segreto di Francesco”, “la Repubblica” di giovedì 30) sul passo oscuro del  canto XI del “Paradiso”, dove Dante fa rimare “frange” e “piange” con Gange”, per dire di san Francesco: “Nacque al mondo un sole,\ come fa questo talvolta di Gange”. Un altro sole essendo l’innominato Budda, chi altri? Dante non ignorante di mistica orientale è ipotesi non peregrina, opina la studiosa.  

Docufiction – Capuana la anticipava nel 1882.nei “Saggi di letteratura contemporanea. Seconda serie”, a proposito della biografia di Gavarni a opera dei fratelli Goncourt: “Si legge con l’avidità di un romanzo: forse è un primo saggio di quello che sarà il romanzo futuro: un semplice studio biografico fatto su documenti intimissimi”.

Giallo – È genere semplificatore, nell’intrigo che pure il genere pretende. Alleggerisce, e non accresce, l’ansia del lettore – del lettore ansiogeno. Per il suo meccanismo cardine, di cercare la soluzione: rispetto a ogni altro genere narrativo, fantasy compresa, il thriller ha il vantaggio di confortare il lettore a ogni indizio che escogita, giacché ne ha accettato in partenza il postulato:– il colpevole sarà punito - anche solo scoperto, basta. È come un monumento che si rifinisce, non si costruisce.

Libro - L’Arnheim di Musil i bibliotecari deliranti di Borges: la meraviglia è indotta dalla materia più esanime.

Machiavelli – Sempre molto letto – studiato – in Francia, ma sempre lungo le due linee, del’accettazione o del rifiuto, disegnate nel Settecento. Rousseau, che ha letto anche i “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio” e le “Istorie fiorentine”, lo lega alla causa repubblicana, “Il Principe” leggendo come una parodia del potere tirannico, o come combatterlo. Diderot invece, limitandosi al “Principe”, l’aveva liquidato come un manuale dell’“arte d tiranneggiare”. Letture entrambe, curiosamente, un po’ affrettate, semplicistiche.

Molière O della verità doppia e tripla, relativa, elusiva – anche Montaigne. Umoresca ma malinconica.  In personaggi e situazioni in difetto e insieme nel giusto.

Punto di vista – È o dovrebbe essere il vigile che dirige il traffico. Ma è anche nella narrativa, come nella saggistica, più spesso il demiurgo. Sotto le vesti del “conduttore”, il Pippobaudo, majeutico più che assertivo. Si legge come guidati per mano, in condizione fanciullesca.

Romanzo – Esige una “willing suspension of disbelief”, una complice sospensione dell’incredulità, oggi come ai suoi albori, con Coleridge. Quasi come la divinità, Dio.
Anche “avvenimento inaudito realmente avvenuto”, come Goethe  pretendeva con Eckermann.

Ma soprattutto è forte del vecchio trucco della morte\resurrezione, - le reincarnazione, l’eterno ritorno, la vita oltre la morte. La quale s’intende sempre come “vita nova”, diversa cioè e buona.

Tolstòj – “Il più grande realista che sia mai esistito” è per Calvino - “Natura e storia nella letteratura”, una conferenza del 1958 che ha poi ripetuto negli anni 1960 in Italia e all’estero, negli Istituti italiani di cultura, ora in “Una pietra sopra”. “Guerra e pace” il “libro più pienamente realistico che sia mai stato scritto”.

letterautore@antiit.eu 

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