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lunedì 4 giugno 2018

Appalti, fisco, abusi (121)

“Ritenuto che, conformemente a consolidata giurisprudenza (ex plurimis: Consiglo di Stato, sez. VI, sent. N. 1114 del 21\10\78; Consiglio di Stato, sez. VI, sent. N. 195 del 28\3\1991), il rinvio ad altro atto, ai fini della decisione del ricorso, non inficia la legittimità del provvedimento purché siano conoscibili le ragioni sulle quali la medesima decisione si fonda e che, più in generale, l’obbligo di motivazione degli atti amministrativi può ritenersi sufficientemente assolto se sia dato ricavare, anche per rinvio ad altri atti, la ricostruzione dell’iter logico seguito dall’autorità emanante (Consiglio di S tato, sez. III, par. n. 1755 del 26\11\2002; Consiglio di Stato, sez. VI, sent. N. 1023 del 7\12\1992)….”.
E se le ragioni non sono “conoscibili” – come in questo “atto”? E come si fa a “ricostruire l’iter logico dell’emanante”? Dopodiché si “ordina”, “ingiunge” e “sanziona” – stiamo parlando di una multa stradale, forse non dovuta.
Questa la prosa inflessibile del prefetto di Roma dott.ssa Paola Basilone – o del suo vice, dott. Gerardo Caroli. Che quindi devono essere laureati, insomma sono andati al liceo, ma evidentemente non hanno letto Manzoni. Hanno seguito programmi speciali, di sostegno o altro?

L’ordinanza-ingiunzione prefettizia di Basilone-Caroli, spedita a maggio 2018, viene retrodatata 2 dicembre 2017. Per evitare la scadenza del ricorso al prefetto. Lo Stato può essere tranquillamente truffaldino. O gli ci vogliono cinque mesi per spedire una lettera? 

Tutto per impedire il ricorso al giudice. Restringerne i tempi. Rendere obbligatorio il ricorso a un legale.

Per sapere come e perché uno deve pagare la multa dei dott. Basilone e Caroli, ed eventualmente appellarsi, si viene rimandati al sito SANA del ministero dell’Interno. Ma il sito è consultabile solo in orario di lavoro – “IL PORTALE NON E’ OPERATIVO LA DOMENICA E NELLA FASCIA ORARIA COMPRESA DALLE 20 DI SERA ALLE 8 DEL GIORNO DOPO”. Una incitazione al crimine aziendale?
Nello Stato, certo, si può liberamente vagare per internet in orario di lavoro, ma fuori?

Al portale SANA dell’Interno si accede con un identificativo di lettere e numeri di 21 caratteri, senza nessuna serialità. E col trucco: fra tre 1 si infila una I.

L’accesso al SANA, nella pausa pranzo, dà una schermata in cui bisognerebbe aprire tredici file per avere cognizione del fatto – sempre la multa stradale. Tredici. E manca l’iscrizione a ruolo dell’ordinanza ingiuntiva. Quanto sarà costato digitalizzare tredici file all’infaticabile dottor Caroli? Si fanno le multe per pagare la burocrazia?

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