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martedì 5 giugno 2018

La Bce compra tedesco

Si fa polemica spicciola sui mancati acquisti di Btp da parte della Bce una settimana fa, quando molti operatori se ne liberavano – con conseguente salita dello spread, il differenziale di costo per lo Stato italiano. Ma la Bce non è stata, e non è, la salvatrice dell’Italia. Questo è quello che di dice  – echeggiando i media tedeschi. Ma non è vero.
Draghi ha comprato e compra titoli di Stato pro quota delle quote che gli stessi Stati hanno nella Bce. Dal’inizio dell’acquisto (quantitative easing) ha ritirato 478,7 miliardi di Bund tedeschi, 392,5 di titoli francesi, e 341,1 miliardi di Btp italiani.
L’obiettivo della manovra è di tenere bassi o ridurre i tassi d’interesse. Con beneficio anche di quei paesi, tra essi l’Italia, che pagano interessi più alti. Ma la Germania ha voluto mantenere il vantaggio comparativo che il suo debito ha nei confronti di quelli degli altri paesi euro, di quello italiano in particolare. E ha obbligato la Bce ad ancorare l’acquisto dei titoli pubblici non all’ammontare del debito di ogni paese, ma al pil e alla popolazione – cioè, di fatto, alle quote nazionali della stessa Bce.
Volendo, si può anche pensare peggio, il pettegolezzo politico non è infondato. A maggio la Bce ha comprato quasi il doppio di titoli tedeschi rispetto a quelli italiani: 6,893 miliardi contro  3,609. Giustificando il notevole divario con l’esigenza di ricostituire lo stock di titoli tedeschi, assottigliato dalle scadenze. Il sostegno ai titoli italiani non è nel programma. Anche se con i titoli tedeschi la Bce non ci guadagna e anzi ci perde. Le polemiche tedesche sugli acquisti Bce, che accentuano le negatività dei tassi, vagono sono per media italiani.

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