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giovedì 18 ottobre 2018

Arricchirsi con la filantropia - cronache dell’altro mondo 11

Paul Allen, il cofondatore di Microsoft, morto lunedì, è stato nel 2010 animatore del gruppo di ultraricchi che si sono impegnati a destinare almeno la metà delle loro fortune in donazioni filantropiche. Ma il suo patrimonio, in morte, calcolato in venti miliardi di dollari, è cresciuto del 48 per cento rispetto al 2010. La filantropia è negli Usa uno dei sistemi di arricchimento, grazie alla legislazione fiscale.
In California spopolano i due sciacquoni, uno per la pipì e uno per la cacca. Dice che è per la protezione dell'ambiente, per risparmiare acqua. Che però non si risparmia con le piscine. Né con le docce multiple ogni giorno. Ma perché non recuperare anche la pipì – qualcuna delle dottrine orientali in voga nello stato lo prevede?
Prospera onorato il business degli avvocati a percentuale, cioè dei ricattatori di professione. Forte ultimamente anche delle prostituzione, delle accuse di professioniste del sesso, naturalmente ora onorate, in età avanzata, per violenza carnale verso vecchi clienti diventati per qualche verso importanti, ricchi o famosi.
Questo non solo in California, anche a New York. Forse in linea con la vocazione classica ancora durevole negli States - la cosa succedeva nel Cinquecento, che le zoccole governavano, principi e papi, a Roma, a Firenze, a Parigi e altrove. Con molte confidenze, ma non di letto.
L’America ha cacciato e disprezza Nixon, il presidente forse migliore che abbia avuto nel dopoguerra – negoziato sul Vietnam, apertura alla Cina, espatri regolati dall’Unione Sovietica, stabilizzazione del dollaro. Mentre ama e celebra Kennedy, il presidente forse più pericoloso e perdente: Vietnam e Cuba. Anche bugiardo, per le tante manomissioni, sue e del suo pupillo McNamara, rivelate dai “Pentagon Papers”.
È pure vero che l’America uccide i suoi presidenti, altro segno di classicità.

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