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sabato 10 aprile 2021

Cronache dell’altro mondo (106)

Lo stabilimento Amazon di Bessmer in Alabama, profondo S ud, ha votato alla quasi unanimità, tre lavoratori su quattro, contro la formazione di un sindacato. Tutti famigli di Jeff Bezos, l’uomo (di gran lunga) più ricco del mondo, fortuna creata esclusivamente sul lavoro – dei dipendenti. È il vecchio assetto - sogno? – della schiavitù.
Una tassa minima del 21 per cento sugli utili d’impresa in tutto il mondo, dove gli utili si producono, è la proposta di Biden ai 135 paesi che a Parigi negoziano una equal partnership nel fisco.  Semplice: un abbattimento della varie furberie statali per attrarre investimenti che passano sotto la dizione “paradisi fiscali” – in Europa l’Olanda e l’Irlanda. Il mite Biden prosegue l’opera di revisione della globalizzazione dell’irruento Trump.
Nell’attesa di questa rivoluzione copernicana mondiale, Biden opera per imporre alle multinazionali digitali, Apple, Google, Facebook, di pagare le tasse nei paesi in cui operano, invece di (non) pagarle nel domicilio fiscale di comodo, nel “paradiso fiscale”.
Biden ha varato un programma di spesa pluriennale da 2 mila miliardi di dolari – il pil dell’Italia (prima del Covid, il pil 2019) - per infrastrutture, incentivi industriali e energia pulita. Da finanziare con 2,5 miliardi di nuove tasse, a carico prevalentemente delle famiglie. Nell’America della “libertà totale”.
“Gli asiatici-americani  (sono) un’altra minoranza bersaglio di razzismo”, cioè di tiro al bersaglio facile, “in alcuni casi (per fortuna numericamente molto ridotti). Ma gli atti di violenza contro asiatici-americani da molti decenni vengono commessi soprattutto da afroamericani e ispanici” – “Federico Rampini, “D”.

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