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martedì 15 aprile 2014

Il nuovo manager è Dc, toscano, di sottogoverno

Riportare le aziende pubbliche al sottogoverno? È quello che Renzi ha fatto. Dicono le cronache che Renzi ha deciso le nomine nelle aziende pubbliche da solo. Si è consultato con questo e con quello, con i “cacciatori di teste”, con Napolitano, perfino con Alfano, poi ha deciso da solo. È possibile, non dev’essergli costato: sono nomine ovvie. Per lui, per il suo disegno: donne per la facciata, con uomini affidabili per  il business, e qualche fiorentino o toscano. Il tutto di fede Dc.
Di toscani ne sono stati individuati una mezza dozzina, ma altri ce ne saranno nelle pieghe. Nessuno segnalato dai cacciatori di teste, tutti politici di Renzi. Le donne servono ai media, per fare bella figura. Con presidenze pleonastiche, ma con 240 mila euro l’anno, oltre la segretari, l’ufficio, la scorta, e l’automobile di servizio. Tutte anche loro di sacrestia, Marcegaglia, Todini, etc.
I manager riportano saldamente a casa i vecchi feudi Dc, l’energia (Eni, Enel, Terna) e le telecomunicazioni. Le Poste in testa – che ora sono anche una banca. Le Poste sono, dopo la Pubblica istruzione, il primo daotre di lavoro in Italia, il più diffuso sul territorio, e l’unico che assume, sia pure solo postine e fattorni.
Di Moretti, “l’ingegnere comunista”, di dice che averlo passato dalle Fs a Finmeccanica è stato un atto di stima. Lui ci crede, a quel che sembra, o fa finta. Ma il passaggio è da un’azienda che fa gli appalti, oggi il maggiore appaltatore italiano, fra i tre e i cinque miliardi l’anno, e con Moretti è rimasta miracolosamente immune alla corruzione, a un’azienda che sta sul mercato e deve solo ridurre i costi e migliorare la qualità. Con un obiettivo immediato, “salvare” la Ansaldo Breda, treni e tram, che opera in Toscana.
Rinnovabili e mezzi elettrici sono l’altro settore su cui Renzi ha messo le mani. I nuovi manager provengono a maggioranza dalla “imprenditoria” ecologica. Cioè dal settore più sovvenzionato del dopoguerra, il sottogoverno di quest’epoca, fra contributi a fondo perduto, esenzioni fiscali, provvigioni, prezzi minimi supervalutati.

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