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lunedì 14 aprile 2014

Effetto Renzi

Siamo al 26 maggio, fra un mese. Renzi ha vinto le elezioni. È il primo capo del partito Democratico che vince le elezioni, dopo le tre sconfitte di seguito che hanno segnato la breve vita del partito. Il Pd è domato. Ma come in tutte le battaglie perdute, gli sconfitti tentano il colpo di coda. Renzi può sbaragliarli mandandoli casa con le elezioni. Gli sconfitti glielo impediranno impedendogli il varo della nuova legge elettorale. Renzi potrebbe  chiamare i comizi con la vecchia legge elettorale, ma allora è facile gridare al golpe, giacché quella legge è stata dichiarata incostituzionale.
Il braccio di ferro non avverrà subito. Prima Renzi vorrà godersi il semestre europeo, giocare all’uomo di Stato fra i 27 che vanno e vengono da Roma, farsi assegnare a Firenze il G 8 o G  7 libero, e presentare come sua la nuova politica europea tedesca, del duo Merkel-Draghi, contro la stagflazione e per lo sviluppo. Ma senza andare avanti di un passo con le riforme istituzionali. 
Renzi vincente rischia dunque il blocco. A meno che Berlusconi non tenga, contro tutte le previsioni. È il paradosso del Renzi vincente: non senza Berlusconi. Se glielo mettono dentro, o gli prende un colpo, per Renzi sarà durissima. Alfano non è un surrogato, poiché non è niente, alle elezioni sparirà. Renzi ha bisogno di Berlusconi, altrettanto determinato, che gli tenga il sacco e gli consenta di laurearsi riformatore. Quello che l’Italia, non c’è dubbio, attende dai referendum del 1991.
Renzi vittorioso alle elezioni sarà sfidato con durezza. E potrà tenere – il governo, il partito – solo se l’opposizione non si dissolverà. L’unica opposizione possibile, quella di Berlusconi, poiché Grillo si chiama fuori. 

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