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martedì 15 aprile 2014

La giustizia dei giudici

Matrimonio gay, fecondazione eterologa, utero in affitto, si moltiplicano le sentenze contro la legge. Si può convenire nel merito, ma bisogna prenderne atto: il giudice italiano agisce, può agire, di testa propria, anche contro la legge. Lo stesso arbitrio si rileva va nel caso di Berlusconi: condannato per evasione fiscale, che è reato non minore e anche odioso, ma poi a una pena per modo di dire, 160 ore si assistenza agli anziani – importante era toglierli i diritti politici.   
Si fantasticava il giudice, ai tempi ancora di Sciascia, pensoso sulle sentenze che doveva pronunciare, che sempre sono per qualche verso ingiuste. Poi è prevalso il sindacalismo giudiziario, per cui il giudice si vuole umile servitore della legge – un funzionario, un travet, anche se si paga come il presidente della Repubblica e più. La realtà vede dei diecimila giudici la stragrande maggioranza slegata da ogni freno, nonché dalla stessa legalità.
Il quadro è agli occhi di tutti, questa giustizia non si nasconde. I giudici comandati, negli enti locali, al governo, nel sottogoverno, in organismi che magari si creano ad hoc, per carriere e prebende. I giudici politici, di sacrestia o di cellula: Ii giudici in politica: sindaci, assessori, parlamentari, ministri. I giudici negli organismi rappresentativi, di categoria, istituzionali, costituzionali, di garanzia. Tutti insindacabili, e ora anche avulsi dalla legge. 

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