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lunedì 2 febbraio 2015

La Bundesbank ne sa più della Banca d’Italia

Visco non parla, Panetta sì, ma solo da un paio di mesi. E poi è solo vicedirettore generale. E dice poco o niente al confronto con la Bundesbank del fiammeggiante Weidmann. Del presidente della Bundesbank, non di uno che parla in nome proprio, da intellettuale, da economista. Il quale dardeggia a giorni alterni contro l’Italia. Di preferenza, ma non solo: contro ogni altro paese che dia fastidio alla Germania.
Differenza di psicologia, forse – il tedesco ha sempre un problema di disinvoltura. O di educazione. Anche di formazione, perché no – Weidmann è solo un giovanotto della segreteria Merkel proiettato alla presidenza della Bundesbank, senza titoli, giusto un diploma triennale, senza anzianità. Differenza di peso certo, la Germania è più ricca e grande dell’Italia. Ma di più la differenza è di capacità politica, e di capacità tout court.
Weidmann da solo, con argomenti pretestuosi e anche ridicoli, e solo parlando, col suo presenzialismo battagliero, ha avvantaggiato il suo paese enormemente rispetto a, e a carico di, altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia per prima. E poi, l’Unione non è egualitaria, perché l’Italia dovrebbe contare meno che la Germania, o la Banca d’Italia meno che la Bundesbank?

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