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martedì 3 febbraio 2015

Il terrore che (ancora) non si può dire

Settant’anni fa tra quattro giorni, il 7 febbraio 1945, i partigiani comunisti attiravano in un tranello i partigiani bianchi, una ventina, tra essi il fratello minore di Pier Paolo Paolini, Guido, e li trucidavano a tradimento. La strage di Porzus. Per la quale non si poté nemmeno fare un processo vero, una volta conclusa la guerra civile. Non fu un episodio isolato: insieme con le foibe, la lotta ai partigiani italiani, complici i partigiani della Garibaldi, fu l’attività deliberata della Ozna, la polizia segreta di Tito. In Istria e fin sul Carso, e nelle repubbliche della federazione jugoslava. Un’altra storia nota e tuttavia da trascurare – non c’è una censura, ma così è di fatto.William Klinger, lo storico fiumano che ora è stato ucciso a New York, era andato due anni a fondo nella questione. Ma per vedersi isolato: il suo libro, documentato, non è distribuito - al punto che poco prima di morire aveva deciso di metterlo in  rete.
Non è una storia italo-jugoslava sul finire della guerra. Manca la parte croata negli eventi. Soprattutto in quelli concernenti la Resistenza italiana, l’eccidio di Porzus, le foibe, l’espulsione di fatto degli italiani. L’opera di Klinger è una storia del Partito comunista serbo-jugoslavo. Che ha avuto due facce: era spesso rimproverato di isolazionismo e arrendevolezza dalla Terza Internazionale, cioè da Stalin, negli anni anteguerra, fu irriducibile, faziosissimo e crudele nell’ultima fase della guerra, sotto l’occupazione italo-tedesca. Fece piazza pulita di ogni altra forma di resistenza: i monarchici, gli autonomisti di Fiume, i nazionalisti serbi di Mihailovic, i cetnici, che Churchill sosteneva. L’obiettivo era lo stesso che negli anni anteguerra: tenere la Jugoslavia lontana da Mosca e da Stalin. Ma il “socialismo dal volto umano” che l’Occidente privilegiò aveva le mani insanguinate. Oltre a rivelarsi inconsistente: leggendo Klinger la dissoluzione della Jugoslavia sembra solo inevtabile.
Wiliam Klinger, Il terrore del popolo. Storia dell’Ozna, la polizia politica di Tito, Italo Svevo ed., pp. 175 € 18
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