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lunedì 2 febbraio 2015

Quando l’Africa aveva una storia

Sono armi di punta e da taglio, ma quando la storia dell’Africa è stata interrotta, nel Cinquecento, usava ancora così. C’è comunque una lavorazione elaborata del ferro. E lancieri bardati a cavallo, entrambi protetti, cavaliere e cavallo, da “armature di maglia d ferro di vari modelli e diverse fatture, oppure…da un’armatura in tessuto di cotone, imbottito di kapok e trapuntato”.
Queste mostra sulle “armi africane antiche” era stata molti anni fa un tentativo del Museo Pigorini di estrarre dalla polvere alcuni dei suoi tanti tesori ammassati – solo di armi, ha “oltre 4 mila reperti”. Finito nel nulla, e ora i bookshop Civita ne regalano la brochure-catalogo. L’Italia ha nel frattempo accolto due-tre milioni di africani sub-sahariani, somali, eritrei, senegalesi, nigeriani, ghanaiani etc., due terzi dei quali li ha naturalizzati, ma non pensa che la cosa possa interessare, parlare del’Africa, della storia dell’Africa. Non solo il Pigorini. L’Istituto Italo-Africano – museo e biblioteca – si è fermato a cinquant’anni fa, alla decolonizzazione. Fuso peraltro, per risparmiare le spese di portierato?, con lIsmeo, lIstituto per il Medio e Estremo Oriente - cheora vanno entrambi in liquidazione.
Lo splendore del guerriero, “Le armi africane antiche del museo Pigorini”, pp. 25 ill. € 2

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