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giovedì 9 luglio 2015

La caricatura del giallo

“Una caricatura richiede una precisione millimetrica”. Picasso e i cubisti hanno capito che la realtà non è piatta, ma “coi loro angoli e con le loro linee frastagliate” finiscono per ridurla a due dimensioni. Per esperienza possiamo testimoniare vero “il tipico paradosso degli inglesi in Oriente, la cui gelida freddezza pare incrementata dal grande caldo”. Molti ce ne sono sul “bisogno” di aggiungere provincia a provincia nell’impero. Chesterston sa procedere per aforismi inesauribili, senza stancare e anzi ravvivando la narrazione. Di personaggi inverosimili, attorno al suo inverosimile Horne Fisher, il detective a tempo perso, cioè sorprendenti, e tuttavia vere.
Ricorrente è “uno di quei tipi che prendono il divertimento troppo sul serio e quindi si divertono tristemente”. “C’è sempre un metodo nella pazzia della gente, e la vera pazzia è quella di essere metodici”. Non mancano, come in tutta la narrativa anni 1930, gl scantonamenti sugli ebrei: il riccastro, il guerrafondaio. L’aneddoto giallo invece è un pretesto, troppo lambiccato sempre per essere vero.
Il racconto più famoso del titolo vede un Cancelliere dello Scacchiere che si compra un Lord per fare maggioranza – un Lord che è un assassino, altro che i pingui ricattatori campani.
Gilbert K. Chesterston, L’uomo che sapeva troppo,  Il Giallo Mondadori, pp. 332 € 3,80


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