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lunedì 5 settembre 2016

La crisi dei migranti tragicomica

In Europa c’è “questa crisi dei migranti tragicomica”, dice a Mantova lo scrittore albanese Kapllani, emigrato doppio, dapprima in Grecia poi in fuga negli Usa. E così è: una tragedia, con migliaia di morti, montata per neghittosità e false argomentazioni. Basta elencare le politiche, cosiddette, della immigrazione.
Il contrasto dei ricongiungimenti familiari, che sono invece il modo più sicuro e produttivo per stabilizzare l’immigrazione. La discriminazione dell’immigrato stabilizzato, con un reddito sufficiente, i figli a scuola, una residenza: il suo figlio nato in Italia – in Europa - non può essere cittadino, mentre è nell’interesse dell’Italia – dell’Europa - che lo sia. La polemica e le interdizioni contro le donne immigrate che fanno il bagno di mare vestite. Mentre se ne ammette la poligamia, l’escissione, e la patria potestà intesa come forma di schiavismo. L’islam sia avversato come fatto religioso, privato, mentre se ne tollera - a fini antirazzisti, anticolonialisti, antimperialisti certo - la radicalizzazione dal pulpito, a opera di imam brancaleone.

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