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giovedì 8 settembre 2016

Trump è tentazione bianca, e nera

C’è più della propaganda nei sondaggi a pagamento alle presidenziali americane, oscillanti tra Hillary Clinton e Trump. C’è la componente razziale. Che in America è complessa, anche se di relativa costanza, e non conformista.
Su questa base non ci dovrebbe essere partita, a prima vista. Clinton è popolare presso le minoranze. Ed è forte di un voto bianco che negli anni è diventato sempre più democratico, dal 38 per cento del 1968 al 46 per cento del secondo Clinton, 1996, quello del boom di Borsa, e al 45 per cento del primo Obama, 2008. Ma non è certa di mantenere il voto bianco, teme l’astensione. E non è certa più del voto nero – latino sì ma non nero – che nelle precedenti elezioni è stato a grande maggioranza democratico. E senza il voto nero, non vince.
Da qui a due mesi molto può succedere, ma nasce da qui il galleggiamento di Trump in campagna elettorale, malgrado l’aggressività.
Tradizionalmente, decide la presidenza il voto dei bianchi del Mid-West. Presso i quali nelle primarie Clinton si è mostrata debole. E d’altra parte Sanders, che è sembrato in sintonia con questo ceto medio, e molto appoggiato dai progressisti del Nord, ha per questo mostrato una debolezza del partito Democratico: è stato un fenomeno “bianco”, non appoggiato dai neri, e avversato da molti di essi, quelli impegnati in politica - per una questione non marginale: la riduzione del peso elettorale dei “grandi elettori” che Sanders voleva.
D ‘altra parte, gli afroamericani – americani da più generazioni che i latini – è solo da dopo-Kennedy che votano a maggioranza democratico: dal 1964, il plebiscito per Lyndon Johnson, a Obama.  E ora sono indispensabili. Il partito Democratico non è quello delle classi medie, contrariamente a quanto si dice, ma del ceto bianco medio-alto, per reddito o professionalità, e delle minoranze etniche. Ma anche tra i ricchi una “maggioranza silenziosa” si è ingrossata, che dubita della capacità di tenuta di Hillary Clinton (la non apprezzata esperienza al Dipartimneto di Stato), e del suo multiculturalismo.

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