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lunedì 27 maggio 2019

Ombre - 464

Si discute di Renault-FCA come di una possibile alleanza. Ma con i gruppi francesi nessuna alleanza è stata mai possibile per un’azienda italiana, dalla Citroen a Alitalia e ai cantieri. C’è la globalizzazione ma la Francia è sempe la stessa, molto nazionalista. La Francia compra (in Italia di tutto, banche, moda, parmigiano, vetro…) ma non può essere comprata. È l’Europa – non si compra nemmeno in Germania. Mentre si può comprare di tutto negli Stati Uniti, e perfino in Cina.

Renault tratta l’acquisto di Fiat-Chrysler. Chje è ancora berne o male un milione di auto bene o male prodotte in Italia. E il nucleo dell’automotive, il comparto metalmeccanico trainante dell’industria. Per “Il Sole 24 Ore” una breve. Anche la Confindustria è anti-Juventus?

Un quarto dei dipendenti dell’azienda dei trasporti di Roma vanno a fare gli scrutatori: cinque giorni di pacchia con doppia paga. Quasi tutti sono autisti.

Padre Spadaro, per conto del papa, così dice lui, scaccia Salvini dalla chiesa. Voleva alzarmi una bella palla? 
Un teologo, per giunta del papa, che dice non cristiano un cristiano, è  esagerato  e anche stupido. I gesuiti sempre vogliono essere speciali, anche ora che sono papi, ma a volte non ci capiscono.

La Vigilanza Bce, sotto la direzione di Danièle Nouy, si è servita di Blackrock per gli stress test delle banche – che hanno condannato molte banche italiane. Di un fondo che investe seimila miliardi di dollari, anche nelle banche - anche in quelle italiane. La questione viene ora ridotta a una piccola politica, a un’impuntatura della Lega, anche se non c’è più scandalo di questo. Si dice che il pesce puzza dalla testa, e così quello della corruzione. La Vigilanza Bce affidata a un fondo speculativo.

È sempre più Usa-Cina come Usa-Giappone trenta-quarant’anni fa. Si ripropone con Huawei lo stesso schema adottato negli ani 1980 nei confronti di Sony. Dal walkman alle cassette dei film: Sony era meglio ma lo standard doveva essere americano..
La contesa Usa-Cina ripropone lo stesso schema di quella Usa-Giappone: libertà d’iniziativa fino a un certo punto, poi gli standard dell’innovazione devono essere americani, siano pure inferiori alla concorrenza.

Anche il Giappone era cresciuto copiando – copiava persino le vetrine, persino le sedie dei bar… - ma finendo per essere più elegante e innovativo, avendo risparmiato sull’avviamento. Specie sui prodotti da esportazione – il Giappone negli anni 1980 vendeva molta elettronica, ma nei suoi uffici regnavano montagne di carte, e nelle sue banche i cassieri facevano il conto col pallottoliere.

“Erasmus, cibi sicuri. Tutti i meriti della Ue”, vantano Milena Gabanelli e Luigi Offeddu sul “Corriere della sera”: “Sequestri di merci pericolose, sanzioni a chi inquina, e biglietti aerei sedici  volte meno cari rispetto al 1992”. È molto? Considerato che i biglietti aerei e l’Erasmus non dipendono dalla Ue. Mentre dipende dalla Ue una politica agricola e alimentare che suscita sdegno nei paesi effettivamente ecologici, come l’Australia o la Nuova Zelanda. Del latte ai mangimi della  Baviera, o della carne francese agli estrogeni di cui i nostri scaffali sono pieni. Per non dire delle contraffazioni, legali ai termini Ue, per la potenza dello lobbies commerciali – “il mercato è sacro”. Di cui molta Italia fa le spese.

Ma è vero che Gabanelli e Offeddu sono “questa” Europa. Mentre l’Europa si difende stranamente da sé, come ideale, come forza sentimentale e razionale. Vessata e sminuita, anzi distrutta, dai suoi laudatori allo stesso modo dei suoi detrattori - parlano lo stesso linguaggio: gli dei delle piccole cose, per lo più nocive.

L’anno scorso avevano cacciato Marotta, l’amministratore delegato, senza nemmeno avvisarlo. Quest’anno ha cacciato l’allenatore, fingendo una commedia degli addii. Entrambi vincenti. In questo Alberto Agnelli sembra su zio l’Avvocato, che anche lui cacciava i manager che sapevano fare le automobili, per ultimo Ghidella. Ma l’Avvocato si dilettava di “fare i bilanci”, col fido Romiti – avere ogni anno un po’ di ciccia sull’osso da dare ai parenti dell’accomandita. Alberto Agnelli fa invece i bilanci in perdita.

La Famiglia Agnelli è stata dannosa alla Fiat. L’ha presa da Valletta sessant’anni fa che era il terzo o quarto produttore mondiale, in gara con Volkswagen, e l’ha portata al fallimento. Marchionne l’ha salvata e rilanciata, seppure rimpicciolita. Ora tocca alla Juventus? Le aziende familiari a volte sono dannose.
Nel mentre l’Italia, che era una paese da tre milioni di autovetture l’anno, si è ridotta a un milione,  quando le vendite vanno eccezionalmente bene.

Raffaele Simone, linguista esimio, collaboratore apprezzato di “la Repubblica”, analizza la questione immigrazione in uno studio circostanziato. “L’ospite e il nemico”. Ma di questo di studio non si sa nulla, benché in circolazione ormai da sei mesi. Nemmeno che sia uscito. Clandestino come la sua materia di studio, benché sia pubblicato da Garzanti. Non un cenno, nemmeno sul suo giornale, per non dire un’ospitata da Fazio – Simone è dello schieramento Dem. Eppure dice cose interessanti, sull’immigrazione di massa, aggressiva, e sull’accoglienza.  O è clandestino per questo? Si capirebbe allora perché la sinistra perde le elezioni.  

Si moltiplicano gli articoli su Jeff Koons per la quotazione record di una sua scultura, 91 milioni di dollari per il “Coniglio” in acciaio temperato. “7” dell’altra settimana con fiuto o con fortuna aveva venerdì un servizio sullo scultore da Carrara in contemporanea con l’asta record.  Ma nessuno dice che Koons aveva sposato Cicciolina, e ne ha avuto un figlio, Ludwig Maximilian. Anche il gossip è perbenista?

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