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sabato 21 marzo 2020

Ombre - 505

Si ferma per i virus il paese reale, si vive solo virtualmente. Si lavora, si studia, si compra, si paga, via whatsapp, email, skype.

I media moltiplicano i consigli di lettura per passare la giornata, i dischi, i giochi da tavolo. Che si comprano dove, poiché è tutto chiuso? Consigliano anche, molto, le serie tv, nelle piattaforme a pagamento. La pubblicità non cessa col contagio.

Unipol va su del 17, 73 (sic!), giovedì, e giù del 7,35 venerdì. Unicredit era scesa del 12,13 venerdì 13, è risalita del 5,08 lunedì, è ridiscesa del 5,07 martedì, sale del 5,29 giovedì, e del 7,65 venerdì. È successo qualcosa?

La Corea del Nord ha bloccato l’epidemia tracciando tutti i profili possibili degli infettati: abitudini, spostamenti, contatti. Attraverso le cartelle sanitarie, le celle dei cellulari, le carte di pagamento, le telecamere di sorveglianza. Il primo paese infettato  fuori dalla Cina, 52 milioni d abitanti, con molti slums urbani, ha registrato solo 8.652 contagi, con 92 morti.
Questo non si può fare in Italia per la privacy. In un paese che non ha nessuna privacy, a parte le miriadi di bolli da firmare per ogni occorrenza. Che spia liberamente, e con lode.

Filippo Di Giacomo si lascia trasportare dalla polemica, sul “Venerdì di Repubblica”, contro il movimento dei Focolarini: “Ne fanno parte migliaia di cristiani di 350 confessioni, seguaci di diverse religioni, agnostici e atei. Tra questi, anche un buon numero di cardinali e vescovi”.  Oppure no?

Gianluca Di Feo, vecchia volpe della giudiziaria, si segnala su “la Repubblica”, di cui è vice-direttore, per denunciare gli intrighi e i colpi di mano di Trump in tema di vaccini, tamponi e altri strumenti antivirus, in Italia, in Europa e dappertutto nel mondo. Soprattutto predatore in Italia, dove si è appropriato di mezzo milione di tamponi. Una narrazione anni 1970.
Un giorno “la Repubblica” scoprirà la Cina? Sicuramente sì – la Cina è stata scoperta prima dell’Europa - ma quando?

Trump si è appropriato manu militari, racconta Di Feo febbrile, di mezzo milione di tamponi da una ditta di Brescia. Che non aveva a chi altro venderli. E glieli ha venduti a caro prezzo. Un affarista stupido?

“Ci risulta che banche d’affari a Londra ragionano sull’ipotesi default Italia e che grossi gruppi internazionali potrebbero puntare su asset strategici” in Italia, le grandi imprese. Risulta a Berlusconi, non ai social.
Come che vada, sarà la fine del libero mercato degli affaristi: la crisi dei mutui non garantiti non è bastata, nessun vincolo è stato introdotto. Ma i superstiti al coronavirus non potranno fare finta di nulla.

Singolare la gaffe all’esordio della neo presidente della Bce, Christine Lagarde, in tema di debiti e di spread. Una persona di vertice, di grande importanza, che dà l’impressione di non sapere cosa dice, come fosse eterodiretta. Non ha capito bene cosa doveva dire?
Anche le correzioni successive, non sembrano dette o scritte da lei.

La gaffe della presidente Bce che ha provocato il crollo di Borsa, tre crolli successivi, particolarmente sembra studiata: non è possibile dire, con tanta chiarezza, quello che ha detto. Come se avesse organizzato – fosse stata chiamata a organizzare – una gigantesca speculazione al ribasso.
Un’impressione sbagliata? La controprova è che nessuno gliene chiede conto.

Lorenzetto ha scovato un ad di una multinazionale ridotto a senzatetto dalla legge Fornero. Uno con due superliquidazioni, l’una impiegata a estinguere il mutuo casa dei figli, l’altra per la passione di una vita, da coltivare in pensione, la vita al polo Nord. Per scoprire al ritorno che non aveva più diritto alla pensione, per cinque anni. Che ha poi vissuto tra le mense dei poveri e i rifugi comunali della Caritas. 
Bastava poco, niente, per “accompagnare” gli esodati. Ma due buoni credenti, cattolici praticanti, Fornero e Monti, non ci hanno sentito.

L’ex ad di Lorenzetto, Aldo Scaiano, spiega anche il business del sociale. “Non ha la sensazione che per tante associazioni i poveri siano un business?”, è la domanda. “Ne ho la certezza” la risposta: “Una casa retta da religiosi, ai quali il Comune versava 8 euro al giorno” per un letto ai poveri, “in 24 ore” li scacciò, “con la scusa che serviva una disinfestazione, in realtà per fare posto ai profughi (gli immigrati, n.d.r.), per i quali la prefettura pagava 35 euro”.
Lo spiega uno che non può vivere senza messa.

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