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lunedì 15 ottobre 2012

È politico negli Usa l’intreccio politica-affari

Wall Street vince coi presidenti democratici, perde con quelli repubblicani. Barclays ha colorato politicamente l’indice azionario Usa dal 1929, e ha scoperto che il mercato si è apprezzato del 470 per cento sotto le presidenze democratiche (del 305 per cento in termini reali, scontati dell’inflazione), mentre ha perduto quasi il 110 per cento con la presidenze repubblicane. Comprese quelle mirate agli affari, come le due di Reagan e le due di Bush jr.
È un voto politico, quello presidenziale americano che si è già cominciato a svolgere. Anche se una bizzarra legge sul finanziamento delle campagne elettorali la direbbe soggetta al potere dei soldi e quindi agli affari. Non c’è in realtà un condizionamento degli affari sulla politica – un do ut des. C’è un orientamento. Si può dire – si potrebbe se non fosse reazionario – che anche gli affari in America sanno essere politici.
Ci sono pure in America i banchieri mandati al governo per aiutare le banche. Si sono visti nel 2007-2008 con Bush jr. e subito dopo con Obama. Ma devono farlo nel quadro di soluzioni politiche e non di favore, con beneficio cioè di tutta l’economia.

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