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mercoledì 17 ottobre 2012

Quanta follia nella letteratura

È il tema della stagione letteraria a Parigi: il sito del mensile registra alcune diecine di romanzi in uscita. Non c’è da meravigliarsi: il proprio del pazzo è di credersi saggio, o la follia è tra noi. Non da ora. Né che si sappia da ora. È il fondamento della ricerca di Foucault storico della follia nell’età classica: la psichiatria scientista dell’Ottocento, tentando il discorso razionale sulla follia, aveva cancellato il discorso della follia, di “tutte quelle parole senza linguaggio”. Che si sono ricomposte, con Artaud, Robert Walser, Campana, Merini, Genet a suo modo, Wolfson – come già si erano ricomposte con altri grandi pazzi episodici, Nerval, a suo modo Hōlderlin.
“La follia dell’uomo di lettere è anzitutto una follia della lettera e del libro”: è il tema del saggio di William Marx sul rischio per i lettori di professione, i bibliotecari e gli archivisti, i servitori della parola. Che rimane il vero tema della follia in letteratura, ancora da sviscerare. C’è da spiegarsi come lo schizofrenico, di cui è nota la facilità al disegno, trovi in alcuni casi – Merini, Campana, “Incom” (Saro Napoli) - la facilità della parola giusta. Qui si fanno i casi di Saussure, il linguista che “sentiva le voci”, del bibliotecario della “Rivolta degli angeli”, il romanzo di un secolo fa di Anatole France (recentemente tradotto, con prefazione di Saviano), di Rimbaud, o dell’“allucinazione deliberata”, di Wolfson, del presidente Schreber. Dei casi, non un’anamnesi, né una spiegazione.
Il dossier raggruppa anche alcuni personaggi: don Chisciotte, l’Idiota, pazzo in Cristo, Ercole, Aiace. Alcuni autori che ne fanno un tema: Genet, Volodine - ma la lista sarebbe lunga: Hoffmann, Nodier, De Quincey, Gogol, “Il diario di un pazzo”, Flaubert, Céline, Dostoevskij, Henry James, Herman Hesse…. E la follia come tema nella tragedia greca, l’illuminismo, il romanticismo, il  surrealismo.
Ce que la littérature sait de la folie, “Le Magazine Littéraire”, ottobre, pp. 98 € 6

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