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lunedì 4 gennaio 2016

Finisce male a Bruxelles anche Dio

Propriamente Dio non esiste più: è ridotto all’osso, esclusivo e violento, sempre incollato alla sua pestifera virtualità, ed è sfidato in casa. Da una figlia, poiché il Figlio è stato ridotto a immaginetta di se stesso. Ea, “il tempo”, scappa a Dio e si fa la sua propria Buona Novella, portando gli apostoli da dodici a diciotto, una squadra di baseball. Un evangelista la segue, che scriverà “il nuovo Nuovo Testamento”, e tutti vivranno felici e contenti, i buoni, perché la morte si arresta e ognuno avrà il premio che si è meritato: la moglie trascurata (Catherine Deneuve) uno scimmione affettuoso, l’erotomane un amore virginale, l’assassino…
Titolo originale “Il Nuovissimo Testamento”, è la rivolta dei bambini nei confronti dei genitori, comunque violenti, anche per affetto. Dormael fa meglio i film di bambini, con i quali era uso a lavorare prima di fare cinema, specie quelli con problemi. Un’idea mescolata con un’altra: introdurre un wikileaks della morte, un wikideath. A ognuno la figlia ribelle manda un sms col tempo di vita restante, e un conteggio elettronico a ritroso, secondo per secondo. Poi l’effetto stempera in sei storie di disagio.
Una pietra miliare del surrealismo che Dormael ha risuscitato e pratica. In solitario ma con effetti sorprendenti, sui tempi della narrazione, sui quadri, sul rovescio delle cose, i tanti punti programmatici del surrealismo anni Trenta che poi erano rimasti lettera morta, più o meno, specie nelle immagini. Accostato a Fellini, in realtà Dormael fa surrealismo puro. Sulla traccia delle poche immagini che i surrealisti realizzarono, Magritte e un po’ di Buñuel, “Un chien andalou”, “Lage dor”. Surreale anche la produzione del film, in una “Wallonie près de Bruxelles”: prefigurazione del nuovo Belgio?
Jaco van Dormael, Dio esiste e vive a Bruxelles

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