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lunedì 21 novembre 2016

Letture - 281

letterautore

Amour – La parola chiave è da sempre transgender, almeno in francese: maschile al singolare, femminile al plurale.
Anche la Pasqua in francese ha questa ambivalenza, e la delizia.

Andrea Camilleri – Renzi “mi fa paura quando racconta balle: ad esempio che il futuro dei nostri figli dipende dal referendum. Mi pare un gigantesco diversivo per realizzare un altro disegno”.
“Quale?”
“Mi sfugge, ma c’è”.
Dopo aver esordito con l’unanimismo: “Nel Dopoguerra ci siamo combattuti duramente, ma avevamo lo stesso scopo: rimettere in piedi il Paese. Oggi quello spirito è scomparso”.
Al referendum “pur di votare No mi sottoporrò a due visite oculistiche, obbligatorie per entrare nella cabina elettorale accompagnato”. Ma non per misoneismo: “Io le riforme le voglio: il Senato deve controllare la Camera, non esserne il doppione. Ma questa riforma è pasticciata. E non ci consente di scegliere i nostri rappresentanti”.
Camilleri si inquadra da sé parlando con Cazzullo sul “Corriere della sera” ieri come il notabile vecchio corso che traspare dai suoi racconti: Soprattutto da Montalbano, che dice ricalcato sulla figura del padre amatissimo: il galantuomo, altra figura corrente nel vecchio notabilato meridionale. Anche in aspetto di “fascistone”, marciante ma socievole.
Antiamericano naturalmente, il giusto. Ricorda di aver visto coi suoi occhi il generale Patton, solo “su una jeep guidata da un negro”, col quale parla unicamente battendogli le nocche sull’elmetto, che si ferma, scende, prende una piccola croce di legno sulla tomba di un soldato tedesco, la spezza, risale sulla jeep, dà due colpi sull’elmetto del negro, e se ne va.
Sordamente comunista. Sciascia non lo sopportava, e questo non depone a favore. Non senza motivi, però: “Nei giorni del sequestro Moro lui e Guttuso andarono da Berlinguer e lo trovarono distrutto: Kgb e Cia, disse, erano d’accordo nel volere la morte del prigioniero. Sciascia lo scrisse. Berlinguer smentì, e Guttuso diede ragione a Berlinguer. Io mi schierai con Renato: era nella direzione del Pci, cos’altro poteva fare?”

Comicità – Aldo Grasso, che non  se ne è “persa una” del “Young Pope”, lo mette tra le opere “sublimemente ridicole”. Di “un compiacimento fastidioso ed esagerato che raggiunge punte acuminate di comicità involontaria”, eccetera – “i protagonisti affrontano i massimi sistemi… come se fossero venditori ambulanti – logorroici, petulanti e sottilmente sadici”.
Tra vent’anni, dovendosi celebrare il “Grande Regista”, che “come lui non ce n’è più”, dirà che non l’ha detto, e dunque è bene siglare la sua prosa, ppv, per presa visione. Anche perché i genitori del giovane papa sono hippie e non yuppies, come li vuole il critico, la due specie confliggono – la cosa effettivamente è comica.
 Soprattutto, Grasso è filologico: “Non è un racconto (non c’è trama o, almeno, è flebile), ma, volutamente, un antiracconto”. E che vuol dire, “Guerra e pace” è un  antiracconto? Ma questo è possibile: che dopo aver lodato tanta fiction tv, e dunque averla vista senza perdersene una, uno sbarroccia.

Lettura – Il telefonino fa bene al libro? Non abbiamo un minuto ormai che per compulsare il cellulare. Ma la vendita\acquisto di libri è in aumento, secondo tutte le rilevazione, dell’Aie, l’associazione degli editori, o della Nielsen, e nelle elaborazioni di Giuliano Vigini. Si compra senza leggere? Improbabile, in questa crisi ormai decennali siamo circospstti anche sul costo del caffè al banco.

Salgari – Tra originali e derivati, carta e ebook, si può scegliere fra 554 edizioni in libreria. È scrittore immortale? Il bollettino n. 83 della libreria D’Ambrosio di Napoli (marenagnum.com), reca in offerta 73 titoli, pubblicati da un numero vasto di editori, quindi già fuori diritti, degli anni  1910 e 1950 – due generazioni ( 16 di Verne).
 
Schwärmerei – È il fanatismo, o “entusiasmo” del Settecento tedesco. Cosi nominato in riferimento alle sette mistiche degli Schwärmer dei tempi di Lutero, protestanti per lo più anabattisti: “sciamanti”, cioè irrequieti,  dissidenti per costituzione – “simili all’incessante, confuso sciamare, schwärmen, delle api (Mittner).
Oggi Schwärmen è ridotto all’uso familiare, per “essere innamorato”, “avere una cotta”. Ma fu la parola poetica per eccellenza dell’Ottocento. Lo Schwärmer di Lavater si perde nelle fantasie trascendentali. Ma di più era schwärmer l’attenzione e il culto della natura, che darà fondo al romanticismo. In entrambi gli sviluppi si direbbe il proprio dello scrittore: quello che vive nella natura e nella trascendenza. Lecito, legittimo, e anzi tanto più tanto meglio.

Sherlock Holmes – Il metodo Sherlock Holmes fu prima ancora del senatore di Bergamo Giovani Morelli, “Ivan Lermolieff”. Un altro medico sviato come Conan Doyle. Inventore dell’attribuzionismo dei manufatti d’arte, maestro di Berenson e Venturi, il senatore lasciò tutto alla cittadina Accademia Carrara - dopo aver riccamente venduto allo Städelmuseum di Francoforte le “Streghe” bonazze di Baldung Grien.

“Mr Holmes – Il mistero del caso irrisolto”, il film di Sherlock Holmes vecchio (Ian McKellen) che Bill Condon ha tratto da “A slight Trick of the Mind” di Mitch Cullin, è di culto immediato, oltre che per lo straordinario protagonista e la fotografia idilliaca, perché dà al detective quello che nelle tante storie gli è mancato: un’emozione. Si direbbe un affetto, nel caso per una donna, che lo ha guardato e gli ha parlato. E per un ragazzo che è un figlio.

Si direbbe la creatura di Conan Doyle l’uomo piatto, il bidimensionale di “Flatlandia” – suo contemporaneo peraltro, Abbott lo scrisse nel 1884.

letterautore@antiit.eu

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