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venerdì 8 novembre 2019

C’è puzza di scandalo a Taranto


“Lega investitore di Arcelor” e il titolo di apertura di “la Repubblica” sulla crisi drammatica all’ex Ilva di Taranto:”Bond per 300 mila euro e una rete di buoni rapporti”. Sottintendendo: la colpa di Taranto è della Lega. La cosa non è vera, è solo un attacco politico a Salvini, uno dei tanti, maldestro – “la Repubblica” non è solo un giornale che, come dice il suo ex padrone Carlo De Benedetti, ha perso la bussola: la crisi leghista di Taranto è a  p. 7, a p. 38 un pensoso Michele Serra invoca i prefetti al governo, cioè il fascismo. Ma non è il solo: c’è una cospicua dose di malaffare attorno a questo governo, ma più nella sua componente 5 Stelle.
5 Stelle è sinonimo di puro e duro. Ma è il movimento più inquinato fra i partiti politici. Si sa dalla (dis)amministrazione di Roma, che non è un fatto d’inesperienza ma di malaffare, e con una Procura meno compiacente sarebbe sotto processo. Dal rifiuto dell’Olimpiade allo stadio dell’As Roma voluto a ogni costo – l’unica opera 5 Stelle, sulla quale, benché inutile e costsoa per il Campidoglio, sono perentori.
Singolare  il silenzio, ormai al terzo giorno della crisi, e non solo su “la Repubblica”, su colei che l’ha accesa, l’amministratore delegato Lucia Morselli – questo sito è l’unico che lo ha spiegato, il 5 u.s.. Morselli è una tagliatarice di teste, che già si era distinta liquidando le Acciaierie di Terni, ed è la grande manager nelle scuderie di Grillo. Pirotecnica – mentre licenziava i 500 di Terni manifestava con loro in piazza, finanziava il documentario della protesta, lo promuoveva ai festival alternativi – e 5 Stelle doc, consulente di ministri e della decrescita. Scelta da Mittal per questo, dopo aver capitanato la cordata concorrente di Mittal, quella Jindal: per essere ammanicata con i 5 Stelle e tagliatrice di teste.
Silenzio in particolare sull’aspetto che deciderà la vicenda: l’opportunità che il Conte 2 ha offerto a Morselli, cioè a Mittal, di denunciare l’accordo introducendo la responsabilità penale per il disastro ambientale pregresso. Una mossa molto avvocatesca (imbrogliata), ma di senso semplice.
Il mercato è crollato dopo il passaggio di Taranto a ArcelorMittal, che perde 50 milioni al mese. E molto più ne perderà quando i giudici di Taranto chiuderanno l’altoforno 2, come dicono ora di voler fare. Per rimettere le cose a posto, a Taranto i licenziandi dovrebbero essere dieci volte quelli di Terni. E in un’area depressa. Quindi non sono licenziabili. Quindi bisogna chiudere – chiudere con l’esperienza Taranto.
La cosa Conte ha reso possibile, in tutti i fori giudiziari, internazionali e anche nazionali, cambiando le carte in tavola con la legge sulla responsabilità per danni pregressi: Mittal si libera di una perdita e non pagherà un euro di penale. L’ha suggerita Morselli? È un’idea di Conte – Di Maio, il ministro degli accordo con Morselli-Mittal, non sembra capire bene di che si tratta?

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