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sabato 9 novembre 2019

Il giudizio irrilevante del pregiudizio – opinione pubblica e media

I 5 Stelle e il Pd hanno problemi gravi in agenda al governo: il bilancio, l’Ilva, le sconfitte elettorali, le nomine nelle Spa e gli enti pubblici. Ma di una sola cosa si occupano e si preoccupano, al punto di dividersi: le nomine alla Rai. Sono pa(r)titi dell’informazione. Dello show: più chiacchiere più voti?
Non è così evidentemente. Ma 5 Stelle e Pd hanno dietro sociologi politici convinti che i media sono tutto. Lo hanno detto per anni, decenni, di Berlusconi, il personaggio meno mediatico di tutti, e continuano a teorizzarlo.
L’opinione pubblica è un fenomeno complesso, per gran parte misterioso, non analizzato. Non senza paraocchi. Le opinioni si formano nei modi più diversi. Anche con i media.
Non si saprebbe spiegare Trump in America con i media, che sono tutti contro – eccetto Fox News, che però è uno di una dozzina di canali nazionali d’informazione tv, e ha una audience ridotta. Analogamente, seguendo i media, è rimasto inspiegato il fenomeno Berlusconi (questo sito ha faticato a individuarne la verità, in una serie lunga di post, una trentina, che ancora non emerge, né nella cronaca né negli studi politici). E questo per effetto degli indirizzi politici della ricerca – ci sono indirizzi politici pure nella ricerca scientifica, almeno in quella umanistica. Dei pregiudizi. Che sono parte dell’opinione pubblica, ma minoritaria. Necessariamente minoritaria, e per fortuna. E fatalmente destinata a essere superata dal “nuovo”, dagli eventi: dagli interessi reali, che sono mutevoli invece che ideologici, e dagli eventi, dal mondo com’è.

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